Platone – Lavoro
Sono tre le arti connesse a tutte le cose: una che usa, un’altra che fa, e una terza che imita le prime due.
Sono tre le arti connesse a tutte le cose: una che usa, un’altra che fa, e una terza che imita le prime due.
Il termine stesso di ricerca prova che il ricercatore si considera lui stesso separato dall’oggetto della sua ricerca… Finché questa dualità persiste, la ricerca deve essere continuata fino al momento in cui l’individualità non sia sparita e che il Sé sia stato realizzato come Essere eterno, e che contenga ricercatore e ricerca.
Il lavoro è amore che si rende visibile. Se non potete lavorare con amore ma solo con disgusto, meglio allora che l’abbandoniate andandovi a sedere al cancello del tempio per ricevere l’elemosina da chi lavora con gioia”.
Mentre i lavoratori onesti si ammazzano per versare i loro contributi allo stato, lo stato dà anch’esso il suo contributo ai lavoratori: contribuisce a far loro la pelle, ad incenerire i loro sogni e i loro esigui risparmi, ed è anche lungimirante, trova cioè il modo per garantire ai pensionati un futuro di merda.
Non è vero che tutti i giornalisti sono servi del potere o sono degli incapaci, un buon due o tre per cento si salva, come avviene del resto in ogni categoria.
L’unica scusa del lavoro è la paura della noia.
Siamo legati ai nostri corpi come un’ostrica alla conchiglia.