Maicol Cortesi – Politica
L’America ha fallito… ora ci sta insegnando.
L’America ha fallito… ora ci sta insegnando.
L’America ha costruito tutto troppo in fretta.
Quando la giustizia legalizza l’ingiustizia la vendetta diventa giustizia.
Spesso sono i cosiddetti “buoni avvocati” che contribuiscono al trionfo della cattiva giustizia.
La classe politica italiana può stare tranquilla: finché non verrà tolto il calcio alla domenica, non ci sarà alcuna rivoluzione.
L’Italia va controcorrente e non affronta i problemi reali dei cittadini e forse non li affronterà mai.
Piantiamo un albero e togliamo ossigeno alla mafia.
La democrazia è la volontà di non arrendersi di fronte a qualsiasi forza, a qualsiasi potere che pretende di essere irresistibile.
Chiamateli Governatori. Io li chiamo illusionisti.
Per consuetudine le grandi opere, pubbliche e private, si realizzano col latrocinio di qualche deputato.
Le guerre non si vincono né con i pugni e neppure con le campagne elettorali, ma si possono vincere con la follia di una buona idea e la determinazione di un umile folle.
L’Euro non è nient’altro che il Marco Tedesco che ha cambiato nome.
Siamo bersagli mobili, ma piuttosto grossi. Mentre da una parte l’istinto ci invita alla libertà, dall’altro la paura ci spinge al gregge. Di tutto questo a goderne è la politica, che senza troppi sforzi ci fa credere responsabili del nostro destino, mentre ci porta al pascolo uno in fila all’altro.
Per i politici italiani il ritrovarsi a discutere di leggi, sentenze, condanne e prigioni è un vero e proprio dèjà vu.
Ci vogliono incoscienza e coraggio per dire che “si cercano accordi fra le parti politiche” quando queste non rappresentano più che pochi credenti, mentre fuori dai palazzi monta la rabbia. Rabbia che, pur essendo forte, è infinitamente inferiore a quella di chi ancora e per ora tace.
La giustizia è un porto d’armi dato spesso alle persone sbagliate.
L’insegna “la legge è uguale per tutti” nelle aule di tribunale volta sempre le spalle ai giudici. O sono essi stessi che voltano le spalle all’insegna?