Miguel Bosè – Politica
In democrazia si dovrebbe essere più tolleranti.
In democrazia si dovrebbe essere più tolleranti.
La Russia è un rebus avvolto in un mistero che sta dentro a un enigma.
Capire la Cina non è soltanto impossibile, ma inutile.
La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico.
È mio dovere offrire alla gente tutti i rimedi legittimi contro l’ingiustizia; una nazione che aspira a diventare libera deve conoscere le vie e gli strumenti per ottenere la libertà.
Tenevo una vecchia icona di Stalin perché è il comunista che ammiro di più: quello che ha fatto fuori più comunisti.
Faranno il deserto e lo chiameranno pace.
La crisi è sconvolgente, ma ne può uscire un’Italia più giusta.
A un giornalista che gli chiedeva chi fosse il grande politico, Kruscev, che a suo modo lo era, rispose: “Chi promette di costruire ponti anche dove non ci sono fiumi”. La Prima Repubblica di grandi politici ne ha avuti a iosa. Basta vedere i ponti costruiti dove non ci sono nemmeno torrenti o ruscelli.
Può tuttavia accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro. In effetti, nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso. Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e dell’abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare.Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti. In casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri. Se un individuo abile e ambizioso riuscisse a impadronirsi del potere in un simile momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso. Basterà che si preoccupi per un po’ di curare gli interessi materiali e nessuno lo chiamerà a rispondere del resto. Che garantisca l’ordine anzitutto! Una nazione che chieda al suo governo il solo mantenimento dell’ordine è già schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all’altro può presentarsi l’uomo destinato ad asservirla. Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei propri affari privati i più piccoli partiti possono impadronirsi del potere.Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all’universale immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo.
Si dice che le nazioni abbiano i governi che meritano. Facciamo vedere che noi meritiamo di meglio.
La situazione politica in Italia è grave, ma non è seria.
Risulta falsato dalla paura quand’erano al potere e, dopo la loro morte, dall’odio ancora vivo.
In Italia un colpo di piccone alle case chiuse fa crollare l’intero edificio, basato su tre fondamentali puntelli: la Fede cattolica, la Patria e la Famiglia. Perché era, nei cosiddetti postriboli, che queste tre istituzioni trovavano la più sicura garanzia.
La politica, nella comune accezione del termine, non è altro che corruzione.
Vado nei salotti come vado nelle piazze o in Parlamento: per affermare ovunque il diritto all’alterità della sinistra antagonista.
La politica è il governo dell’opinione.