Alexandre Cuissardes – Politica
Inutile incazzarsi, il modo più sicuro per non vederli più non è tentare di cacciarli, tanto non se ne vanno, ma andarcene noi.
Inutile incazzarsi, il modo più sicuro per non vederli più non è tentare di cacciarli, tanto non se ne vanno, ma andarcene noi.
Prova vergogna chi a causa di una ingiusta sentenza viene condannato, perde tutto. Non prova nessuna vergogna chi lo porta a questo.
Il comune di roma potrebbe dare un grosso aiuto alle sue disastrate finanze multando tutti i politici per divieto di sosta, sono in sosta vietata da decenni in luoghi dove non dovrebbero stare.
Hanno inventato un italiano semplificato, accorpando una serie di parole in una solaincapacità politica: crisimalagiustizia: crisicriminalità: crisisuicidi: crisicorruzione: crisisociale sciagurato: crisi.
Verrà presto inaugurata una catena di locali di lusso, i primi a Roma, Napoli e Padova, chiamati “lei non sa chi sono io”, . Si prevede un grande successo. Alla inaugurazione è già data per certa la partecipazione di prefetti, funzionari di polizia, e molti politici.
Secondo l’etimo, è candidato chi è candido. L’etimologia è una disciplina utopica.
Per un posto in paradiso ci raccomandiamo a Dio, per un posto di lavoro all’onorevole di turno.
Continuando a dire che siamo tutti uguali, che abbiamo gli stessi diritti, facciamo un favore solo ai peggiori.
Nelle aule dei tribunali fra un po’ invece che sentir dire imputato alzatevi sentiremo dire deputato alzatevi, senatore alzatevi, burocrate alzatevi. Però se nel paese qualcuno dice: “italiani alzatevi, rialzatevi”, nessuno si muove nessuno ha la forza di farlo.
Il candidato ha detto che ci ha messo la faccia, ma chissà perché noi vediamo un culo.
È il 19 luglio 1992 che finisce la giustizia italiana, una fine che arriva nel modo più efferato e drammatico che si può immaginare. Una fine che si vede negli occhi lucidi, increduli e rassegnati di un uomo che allora era uno degli ultimi uomini della vera giustizia. Tutto di li in poi si sgretola in un sistema che così brutalmente malato che ci ha portati a questa attuale situazione, perché di Uomini di giustizia come quelli capitano una sola volta e gli si abbandona a un destino che viene ritenuto sia solo il loro, e si arriva a capire troppo tardi che con loro è morto lo spirito di giustizia e legalità del “Bel Paese”.
La differenza fra questa democrazia e una dittatura è che nella dittatura vuole comandare uno solo, in questa democrazia vogliono comandare in troppi. I risultati sono gli stessi, solo che nella dittatura si risparmierebbe il costo di inutili elezioni.
“Comunque non ci sta bene un comico in politica.””Ma chi? Beppe Grillo?””No, Berlusconi!”
Dio ci protegga in un paese dove mentre vorremmo mandarli via tutti ce ne sono già altrettanti e forse più a voler prendere il loro posto.
Un buon padre di famiglia rinuncia a mangiare per un figlio malato, un politico rinuncia a curare il malato per poter mangiare.
Col credere obbedire combattere sappiamo com’è finita, col credere obbedire votare come finirà?
Ci sono più scuole di politica che scuole di pensiero, andrebbe istituita una scuola di antipolitica.