Fabio Peruzzi – Progresso
Il futuro è… già adesso!
Il futuro è… già adesso!
[La più grande impresa tecnologica del XX secolo sarebbe] catturare una mosca sulla Luna. Perché i problemi ausiliari che sarebbe necessario risolvere per poter raggiungere un tale risultato richiedono la soluzione di quasi tutti i problemi materiali dell’umanità.
Il Progresso è l’ingiustizia che ogni generazione commette nei confronti di quella che l’ha preceduta.
Ci fanno un lavaggio del cervello tale, che quando si parla di salvaguardia dell’ambiente, noi pensiamo automaticamente alla savana e alle foreste tropicali. Perché c’è qualcuno a cui non conviene che guardiamo troppo attentamente la nostra realtà.
Prometeo rubò il fuoco agli dei e lo consegnò agli uomini affinché potessero migliorare. Ma gli uomini non migliorarono affatto… anzi: bruciarono dentro quel fuoco.
Il progresso non sempre concilia il benessere, un pizzico di intelligenza lo facilita.
Il pensiero dell’uomo contemporaneo sarà la pagina su cui scriveranno le future generazioni.
Il progresso, la più ingegnosa e più crudele tortura dell’umanità.
La via dello spazio non dovrebbe essere vista come una via di fuga, ma una maturazione. Quello che ci si lascia alle spalle in realtà non abbandonerebbe il viaggiatore, che vedrà riflesso nel futuro il suo passato.
Per sapere se un pensiero è nuovo, non c’è che un mezzo: esprimerlo con la massima semplicità.
È meglio far la storia che scriverla.
Il fatto è che il processo storico non consiste nella soluzione di un ben definito set di problemi: nel processo storico la soluzione stessa d’un problema crea altri problemi.
Questo mondo, questa cultura, questo sistema, non potrà più permettersi un Einstein né un Gesù.
Non osanniamo il futuro fino a quando non è presente.
Nel nostro folclore non sono presenti i grandi cavalieri. Da noi, il venditore di cavalli è più quotato del cavaliere.
Ecco qual è il problema del futuro: quando lo guardi cambia perché lo hai guardato.
Libertà… una parola così pura e assurda, in questo mondo di torbidi schiavi globalizzati.