Publio Terenzio Afro – Figli e bambini
Siro mio, ti supplico, non gettarmi invano tra le braccia della felicità.
Siro mio, ti supplico, non gettarmi invano tra le braccia della felicità.
Tua madre mi disse “sono tua” in un’apertura di mani che mi lasciò morire piano, così le disegnai dentro la vita. La Tua.
Un adulto è un bambino che non sa più cosa vuole.
Qualsiasi bambino, finché non sia stato introdotto ai classici metodi d’insegnamento (che in genere impongono delle idee, anziché stimolarne di nuove), conoscono un solo Dio, e questo è la propria madre.
Una vita negata, è una pagina della vita non scritta. E se fosse stata la tua?
Il sorriso viene dalle cose semplici. Dai ricordi, per esempio. Dal pane e marmellata della merenda da bambini. Dal gessetto che tracciava un percorso “saltellante” sull’asfalto, dai cartoni di Heidi, dalle filastrocche un po’ stonate. Dall’esserci salvati dalla punizione di andare dietro la lavagna, con la faccia rivolta verso il muro. Un sorriso macchiato di Nutella o della mamma che ci abbraccia per un bel voto. Dei cavalli a dondolo e della piscina di Barbie. Della Befana cui fingevamo di credere, sapendo benissimo che era la mamma a suonare il campanello. Il sorriso del pane e pomodoro fresco quando ti fermavi per un giorno intero sulla riva del male, della sabbia dentro al costume che prendeva vita propria e si muoveva. Il sorriso di te che disegnavi su fogli bianchi un mondo e avevi il coraggio e l’ardire, come tutti i bimbi, di dar vita a bambole e sogni. Il coraggio di alzarsi pimpanti dal letto alla domenica mattina. Il sorriso dei ricordi; Il sorriso nostalgico di alcuni profumi.
I sentimenti dei bambini aiutano i grandi.