Qohelet – Cielo
Perché molta sapienza, molto affanno; chi accresce il sapere, aumenta il dolore.
Perché molta sapienza, molto affanno; chi accresce il sapere, aumenta il dolore.
Gli occhi erano celesti, quasi vi avesse catturato il cielo.
Il cielo di città mi piace perché puzza di basso, di uomini. Il cielo di campagna invece mi fa paura. C’è solo roba del Signore, lassù: stelle, stelloni, nuvole al galoppo. E poi che mi mettevo a fare in campagna? A litigare con gli alberi? Quelli sono tranquilli, beati, ti fanno sentire uno sputo. La natura è tutta arrogante, è roba diretta del Signore, e giustamente un po’ di strafottenza ce l’ha.
Il cielo, scrigno dei nostri sogni, delle nostre speranze.
Il cielo è come me, muta i colori del mio dolore e mai tornerà blu…
Un sogno, una volontà, una passione, un obbiettivo e mille e mille paure, questo è l’animo mio, perduto nel buio della notte a scrutare un cielo fatto da miliardi di occhi che mi osservano.
Guardando le stelle lassù pensavo: “Che invidia devono avere… Quando la stella che brilla di…