Rabindranath Tagore – Figli e bambini
Ogni bambino che nasce porta al mondo la notizia che Dio non è ancora stanco degli uomini.
Ogni bambino che nasce porta al mondo la notizia che Dio non è ancora stanco degli uomini.
L’amore di una mamma non si può quantificare, misurare o contenere, e alto più del cielo, infinito come la linea del mare, si respira nell’aria e si può toccare, sentire, godere.
Ah! I bambini… peccato che poi diventano adulti!
Quanta felicità dona il sorriso di un bambino, quanta dolcezza si trova nelle sue parole, quanta sincerità troviamo guardando i suoi occhi, quanta verità troviamo in questi piccole creature.
Datemi una dozzina di bambini normali, ben fatti, e un ambiente opportuno per allevarli e vi garantisco di prenderne qualcuno a caso e di farlo diventare qualsiasi tipo di specialista, che io volessi selezionare: dottore, avvocato, artista, commerciante e perfino accattone e ladro, indipendentemente dalle sue attitudini, simpatie, tendenze, capacità, vocazioni.
Non ci sentiamo veramente responsabili nella vita fino a quando non diventiamo genitori.
Padre, tu che mi hai lasciato crescere solo, tu che mi hai insegnato odio sempre e solo. Padre tu che con le tue reazioni violente, mi hai insegnato una via soltanto, ed è la via della paura, e del prepotente. Padre tu che non mi hai insegnato ne a radermi ne a guidare, ma solo a gridare. Padre tu che non hai coltivato in me nessuna speranza, lasciandomi a marcire in una stanza, di una casa senza amore ne calore. Padre tu che hai lasciato ferite aperte dentro un cuore che però non prova più alcun dolore, conferma di un affetto che non ha avuto alcun effetto. Padre tu che esaudivi i miei desideri con i denari, senza sapere che ciò che mi serviva eran cose non costose. Padre tu che però se stavo male, eri pronto ad aiutare, che passavi a volte, notte e dì, a controllare se la fronte scottava di calore. Ed è per questo, che io non ti detesto, ma ti perdono per tutto il resto, padre, e ora qui io resto.