Renato Zero – Guerra & Pace
Una promessa vorrei… niente più guerre fra noi.
Una promessa vorrei… niente più guerre fra noi.
Io non ho mai veduto città che non desideri la rovina della città vicina: niuna famiglia che non voglia sterminare qualche altra famiglia. Per tutto i deboli hanno in esecrazione i potenti, innanzi ai quali s’avviliscono, e i potenti trattano quelli come le pecore, di cui si vende la lana e la carne. Un milione d’assassini arruolati, corre da una parte all’altra dell’Europa, esercitando l’omicidio e la ruberia con disciplina, per guadagnare il pane, perché non hanno più onesto mestiere; e nelle città che sembrano goder la pace, e dove fioriscono l’arti, gli uomini son divorati da più gare, più pensieri, e più inquietudini, che una città assediata non prova fiamme; le tristezze secrete sono ancor più crudeli che le miserie pubbliche.
Io ero pacifista ma andai volontario in guerra [la prima guerra mondiale] perché se a combattere dovevano andare i figli degli operai e dei contadini, dovevo andarci anche io.
Tutti i peggiori conflitti, di questo e dello scorso secolo, sono sono esplosi a causa delle misure utilizzate per cercare di prevenirli.
La guerra prima o poi arriva, e ci sono due scelte da fare, o si allargano le braccia o si preparano i cazzotti.
L’incredibile sensazione di conforto nel ritrovarsi liberi, è una cosa difficile da esprimere a parole. La libertà è qualcosa che si sente nell’aria. Per me, è stato il sentire i soldati parlare inglese, invece che tedesco e l’odore di vero tabacco che veniva dalle loro sigarette.
Finchè il colore della pelle sarà più importante del colore degli occhi, sarà sempre guerra.