Riccardo Orrù – Vita
Perché dover paragonare per forza amore e amicizia a qualcosa? Nel mentre che stiamo pensando a ciò, le stiamo vivendo di meno.
Perché dover paragonare per forza amore e amicizia a qualcosa? Nel mentre che stiamo pensando a ciò, le stiamo vivendo di meno.
Mi pare di capire che la vita non è che uno sterminato spazio grigio: una quotidiana ricerca della verità, che intravediamo appena, inafferrabile nella nebbia che si fa via via più spessa e che, alla fine, ci cancella.
Sono una di quelle persone che scompare improvvisamente dalla vita di chi le vuole bene. Sono indisciplinata nei rapporti con gli altri; sono una che rischia di trovare mille porte chiuse, che rischia di farsi prendere a schiaffi il cuore.
La mia infanzia è stata un periodo di attesa del momento in cui potessi mandare al diavolo tutto e tutti di quel tempo.
Spesso, di volta in volta, sbagliando s’impara a sbagliare senza commettere errori.
Il “sempre” e il “mai” sono concetti del tutto relativi. Nella vita infatti l’assoluto e l’assolutamente certo non esistono, tranne che in due cose: lo scorrere del tempo e la morte.
L’umanità, con la sua fatica evolutiva, è un serpente che si morde la coda. Se invece rinunciasse l’uomo, per un istante, se ne trovasse la forza, alla propria fatica, se si fermasse a meditare in nuova guisa, esterna al corollario di mansioni da lui e per lui confezionati nei “laboratorio delle discriminazioni”, separato dai sé delle oscure tradizioni, in quell’istante – congelata ogni “esperienza” – gli apparirebbe chiaro tutto ciò che ora sta aldilà dei proprio orizzonte, aldilà di tutto. Allora scoprirebbe di essere egli stesso aldilà.