Rita Marianna Monterosa – Stati d’Animo
Parla la notte buia, solitaria e silenziosa cerca il suo alito nelle radici profonde dell’anima.
Parla la notte buia, solitaria e silenziosa cerca il suo alito nelle radici profonde dell’anima.
Le donne della mia isola hanno occhi di ossidiana profondi e magici, i loro capelli morbidi e corposi sono come piume di poiana che al sole estivo risplendono come fili di rame ed ottone, il loro corpo è sinuoso caramello. A loro la mia isola le ha fatte con la pancia e con il cuore, mentre a me disse alla mia nascita: ti darò il mare negli occhi e del mare porterai la sua calma smeraldina come il grigio indaco della sua furia, sarai chiara come le nuvole d’aprile e avrai i suoni dei miei animali nella tua mente, ti donerò i miei venti e le ginestre selvatiche che profumano le scogliere, ti porgerò gioie ma come è per me non ti solleverò dal dolore né dai dispiaceri. Ed è in questo istante che la voce di mia madre si fuse con la voce della mia terra.
Non ho nulla a che fare con un mare calmo, Io preferisco l’incertezza imprevedibile di un mare in tempesta.
Non recedere dallo sforzo per appianare discrepanza, metti in atto ogni possibile discorso persuasivo, impegna fino all’inverosimile la tua pazienza, sfrutta ogni minima possibilità e non lasciare nulla d’intentato. A tentativi falliti, ebbene: Guerra sia.
Dirò che non è necessario avere le catene per essere schiavi, noi non ne abbiamo, ma siamo “finti liberi”
Ciò che tu dai di te agli altri, non comporta il diritto di esigere da questi comprensione e riconoscenza.
Riscrivimi, che io sono illeggibile. Segni, grafemi, crune. Crune ed aghi che pungono. Aghi di pino che profumano della stessa essenza. Essenza mia.