Robert Heinlein – Poesia
Un poeta che legge i suoi versi in pubblico può avere altre abitudini infami.
Un poeta che legge i suoi versi in pubblico può avere altre abitudini infami.
Un grano di poesia è sufficiente a profumare tutto un secolo.
Amo scrivere, perché le parole sono sguardo, sono emozioni mute e si imprigionano nel cuore.
Il poeta eletto si fa suggerire le parole dal suo angelo custode.
Il pensiero è l’arte più raffinata. La poesia, una delle sue espressioni più soavi. Il disegno, la sua opera più grande. La musica raccoglie il tutto con una felice fusione tale da colpire in fondo il cuore nobile cell’ascoltatore.
I popoli si immaginano di odiare la poesia ed essi sono tutti dei poeti e dei mistici.
Il poeta è poeta, non oratore o predicatore, non filosofo, non istorico, non maestro, non tribuno o demagogo, non uomo di stato o di corte. E nemmeno è, sia con pace del maestro, un artiere che foggi spada e scudi e vomeri; e nemmeno, con pace di tanti altri, un artista che nielli e ceselli l’oro che altri gli porga. A costituire il poeta vale infinitamente più il suo sentimento e la sua visione, che il modo col quale agli altri trasmette l’uno e l’altra.