Rolando Attanasio – Stati d’Animo
Io abito me stesso.
Io abito me stesso.
Mi sono ritrovato in cima ad un vulcano islandese, ero un vagabondo depositario di allucinazioni fatte di carta, come un poeta germanico di Jena, seduto e gobbo sul suo scranno ruvido, in compagnia degli affanni del domani e le mani screpolate dalla pena e dall’inchiostro.
Ho un filo arrugginito dentro, cortocircuito di emozioni, desideri, pulsioni, fobie. Ho un marchingegno innescato male, il rame dentro ad un involucro rosso ed uno blu, devo solo decidere quale recidere, un colpo di tenaglia deciso e speriamo di non esplodere. Sono una mina vagante, una miccia dentro ad una custodia ed un serbatoio laterale con la polvere da sparo e faccio il kamikaze in giro, pericolosa, senza attenuanti, senza ritegno.
Pensavo tu fossi diverso, mi sono sbagliata in pieno. Grazie però al mio sesto senso sono riuscita a non farmi coinvolgere più di tanto.
Quando sono dolce non sono come il miele, ma come lo zucchero a velo, hai presente? È quello che se respiri di bocca mentre lo mangi ti soffoca.
Non viaggio mai con tanti bagagli. Ciò che mi è indispensabile lo porto nel cuore con me tutti i giorni, e tanto mi basta!
Siamo sagome che ruotano sotto la pioggia con il viso bagnato dalla corrente della vita.