Rosa Cassese – Abitudine
I giorni si susseguono, si alternano, si inseguono, sembrano, tutti eguali, ma di diverso vi è il colore (dell’alba e del tramonto).
I giorni si susseguono, si alternano, si inseguono, sembrano, tutti eguali, ma di diverso vi è il colore (dell’alba e del tramonto).
Certe persone sono fatte di vento, ti entrano dentro, lasciano i pensieri in tempesta e appena si allontanano ti manca l’aria.
Non è che non ti voglio, ma non voglio chi non vuole abbastanza me per lasciarmi andare.
La fama degli uomini spesso è solo leggenda metropolitana.
Vedevo d’improvviso una nuova faccia dell’Abitudine. Fino a quel momento l’avevo considerata soprattutto come un potere distruttivo che sopprime l’originalità e addirittura la coscienza delle percezioni; ora la vedevo come una divinità temibile, così inchiodata a noi, con il suo viso insignificante così confitto nel nostro cuore che si stacca da noi, se ci volge le spalle, questa divinità che quasi non distinguevamo ci infligge sofferenze più terribili di qualsiasi altra e allora diventa crudele come la morte.
E poi ti abitui. Ti abitui a non vedere più quel ragazzo. Ti abitui a non avere più quell’ansia che avevi ogni volta prima di vederlo. Ti abitui a non cercarlo più e a non vedere più quel display che si illumina, a non incrociare più le tue mani con le sue, a non sfiorare più quelle labbra che ogni volta ti faceva battere il cuore a mille. Ti abitui e non sentire più il suo respiro addosso al tuo, ti abitui a stare senza di lui. Ti abituerai a tante cose, ma l’unica cosa che so è che non si potrà dimenticare mai niente.
Le specie animali e vegetali alla luce del sole, nel buio della foresta godono di libertà – non hanno colpa – il figlio della colpa ne fa strage. Come pesa il tempo!