Rosaria Brancato – Tristezza
Partire vuol dire lasciare il vecchio per prendere il nuovo; tornare significa non sentirsi capaci di vivere il nuovo senza il vecchio.
Partire vuol dire lasciare il vecchio per prendere il nuovo; tornare significa non sentirsi capaci di vivere il nuovo senza il vecchio.
I dispiaceri sono servitori oscuri, detestati, contro cui si lotta, sotto il cui dominio si cade ogni giorno di più, servitori atroci, insostituibili, e che, per vie sotterranee, ci conducono alla verità e alla morte.
Ci saranno le gioie e verranno i dolori. In alcuni momenti, l’oscurità più profonda vi avvolgerà; che sia dovuto al caso, o a una vostra incessante ricerca, un timido raggio di luce sarà lì, pronto a tendervi la mano. Questa è la vita: un mistero da vivere e scoprire.
Non c’è più grande tristezza di un silenzio non capito.
Chi dice “Com’è triste Venezia” non ha mai visto Monfalcone.
Mi disse “fidati”. Fu l’errore più grande. Mi frantumò il cuore.
Ho la sensazione di aver smarrito l’anima da qualche parte, o forse si è impantanata nel cuore selvaggio della donna che amai, tutte le volte che incrocio i suoi occhi, il suo corpo il suo profumo è come se me la restituisse (l’anima) ed io in quei momenti mi sento dolorosamente integro.