Rosaria Esposito – Vita
La vita è come un gioco: vince chi riesce ad arrivare alla fine per ultimo!
La vita è come un gioco: vince chi riesce ad arrivare alla fine per ultimo!
Non smettere. Ho bisogno di musica stasera. Mi sembra che tu sia il giovane Apollo e io Marsia che ti ascolta. Ho i miei dolori, Dorian, dolori di cui non sai nulla. La tragedia della vecchiaia non è l’essere vecchi, ma l’essere giovani. La mia sincerità a volte mi stupisce.[…]Mio caro ragazzo tu cominci a moraleggiare. Presto ti dedicherai alla conversione delle anime e al risveglio religioso degli spiriti, mettendo in guardia il mondo contro tutti i peccati di cui ti sei stancato. Sei troppo incantevole per farlo. Inoltre, è inutile. Tu ed io siamo quello che siamo, e saremo quello che saremo. Quanto al fatto di essere avvelenati da un libro, è una cosa che non sta né in cielo né in terra. L’Arte non ha alcuna influenza sull’azione. Annienta il desiderio di agire. È superbamente sterile. I libri che il mondo chiama immorali sono libri che mostrano al mondo la sua vergogna. Ecco tutto.
È come se ogni battito fosse un fotogramma, l’istante immortalato, e noi vi siamo dentro come protagonisti o comparse o figuranti. È in quel battito che ritroviamo le nostre paure e il nostro coraggio, la nostra forza e le nostre debolezze, i nostri dubbi e le nostre certezze, la nostra coscienza e la nostra incoscienza, i nostri fatti e i nostri misfatti, la nostra faccia e le altre facce: il battito diviene un fotogramma del film della nostra vita, piccolo ma unico, uno ma essenziale.
Il difficile non è incontrare, è conoscere. Il difficile non è entrare, è restare. Il difficile non è desiderare, è volere. Il difficile non è vivere, è ballare.
Preferisco parlare e poi pentirmi di ciò che ho detto piuttosto che tacere e far la figura dell’indifferente.
Lo scrittore è come una stella, sembra solo un puntino luminoso, invece è più grande del mondo in cui viviamo…
La rivoluzione irrompe grazie alle parole, unico lamento di libertà che dovrebbe spezzare il muro dell’indifferenza, attraverso il cammino che porta alle piazze solo e ultimo sfogo di democrazia.