La bellezza non conosce limiti, non ha ostacoli e non ha bisogno di nessun permesso per poter elargire la sua grazia spontanea: proprio stamane è sbocciato un papavero all’angolo di un marciapiedi divelto, dove nessuno ha seminato, dove nessuno ha annaffiato, ma dove molti hanno guardato per ammirare la perfezione di quei petali color cremisi, che sono sbocciati senza permessi, solo per pura meraviglia dei sensi.
La natura offre spettacoli di straordinaria bellezza. Osserva il sorgere e il tramontare del sole, la natura lussureggiante a primavera, i caldi colori di un bosco in autunno, le sfumature dei fiori, in tutto si riconosce la mano di Dio.
Natura: non era solo Arcadia, era fatica, pericolo, estraneità. Siamo diventati noi uomini il suo incubo? Non possiamo denunciare un uragano o condannare per genocidio un maremoto. Possiamo però farci un esame di coscienza. Di corsa.
La conoscenza serve per capire la realtà, l’arte per interpretarla.
L’esempio ci viene dato dalle piante.
Conchiglie di un rosa delicato come le unghie di una dea annegata.
L’albero è come l’uomo: si affina in società.