Rossana Emaldi – Vita
Che contraddizione la vita, ti ruba la vita.
Che contraddizione la vita, ti ruba la vita.
Non pensare che perché sorrido tutto vada bene, anch’io come molti o praticamente tutti ho le mie paure, i miei problemi e i miei dolori. Ho costruito poco a poco una corazza attorno al cuore, un muro di fronte ai miei occhi e un velo di insensibilità nella mia anima. Voglio impedire che chi si avvicina possa ancora una volta farmi male, ferirmi e deludermi. A poco è servito, perché quando ti affezioni a qualcuno e decidi di dargli fiducia le tue difese si abbassano e se quel qualcuno non è sincero sarai ferito e deluso ancora… e ancora.
Non giudicare i miei passi, per te saranno incerti, per me solo cauti. Non è paura di cadere, ma solo umiltà nel guardare avanti con cautela per poter godere ciò che la strada della vita mi offre.
Il bello della vita?Trovare sempre il lato positivo!
Alla fine siamo voglia di essere, e pene e vagina; e la carne ha un valore. E poi il sentimento ha un prezzo. Lo paghiamo tutti i giorni. Poco per volta.
La vita eterna è adesso, nell’attimo presente, senza tempo.
La vita ha una grande, grandissima sala d’attesa. Fissi la porta di quell’ascensore che speri si spalanchi all’improvviso. C’eri arrivata, eri lì, ti avrebbe portato in alto, lì a quel settimo cielo di cui avevi sempre sognato le nuvole e gli angeli, ma qualcuno più veloce l’ha chiamato prima di te; pensavi andasse su, invece l’hanno chiamato da sotto: avrebbe fatto meglio a far salire te! E le vite di tutti sono porte scorrevoli di ascensori di antichi palazzi che hanno dentro storie, quadri appesi a chiodi arrugginiti, stanze, segrete, sotterranei, armadi abitati da scheletri, pareti umide e qualche ornamento sfarzoso qua e là. Quanti ritardatari e quanta gente rimasta giù in questa grandissima sala d’attesa. Si fanno anche bell’incontri di tanto in tanto, altre volte brutti, ma ad accomunarci questa stessa necessità di raccontarci le vite e di quella volta in cui abbiamo perso l’ascensore e siamo rimasti a terra. Non ti resta che aspettare che la porta si apra per portarti a casa tua, lì al piano che ti è stato assegnato.