Rossella Porro – Abitudine
Mi si accusa di amare poco la mia città, ma ovunque vada essa mi viene dietro.
Mi si accusa di amare poco la mia città, ma ovunque vada essa mi viene dietro.
L’abitudine è la più infame delle malattie, perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte.Per abitudine si vive accanto a persone odiose, si impara a portare le catene a subire ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto. L’abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente e cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza, e quando scopriamo d’averla addosso ogni gesto s’è condizionato, non esiste più medicina che possa guarirci.
L’abitudine è una casa all’interno della quale abbiamo rinchiuso la nostra vita, impedendoci di godere di tutta la vita che è fuori. Ogni mattina apriamo le porte e le finestre della nostra vita!
Le qualità dell’animo non si possono acquistare con l’abitudine; si perfezionano solamente.
Sono stanca di fare i conti sempre e solo con me stessa, vorrei che a volte il conto lo pagasse chi è in debito.
Si cessa di essere colpevoli solo quando si diventa vittima di un’ingiustizia più grande.
Sto cercando di migliorare il gusto del mio tè, ma per quanto aggiunga zucchero, il sapore non cambia. Se non si rispetta la giusta dose di foglie di tè, l’amarezza resta, la dolcezza dello zucchero non è in grado di nasconderla, tienilo bene a mente.