Rossella Porro – Abitudine
Dovresti smetterla di usare il condizionale per quello che vuoi.
Dovresti smetterla di usare il condizionale per quello che vuoi.
Chi si abitua a perdere, si abitua a continuare e a non arrendersi.
Spesso omettiamo qualcosa, non per ingannare ma per proteggere o proteggersi, ma questo non vuol dire mentire, vuol dire: si mi fido di te, ma con cautela.
I gesti che nascono dalla consuetudine, ci rendono simili tra il prossimo ma forse senza…
L’abitudine uccide i sogni di chi non vorrebbe smettere mai di sognare.
Ogni dipendenza, viene alimentata direttamente dall’abitudine.Se riusciamo a ritardare di un solo attimo la routine quotidiana, ecco che anche la dipendenza comincia a sgretolarsi.
Quando siamo bambini l’inferno non è altro che il nome del diavolo sulla bocca dei nostri genitori. Poi questa nozione si complica, e allora ci rigiriamo nel letto nelle interminabili notti dell’adolescenza, cercando di spegnere le fiamme che ci bruciano, le fiamme dell’immaginazione. Più tardi, quando non ci guardiamo più allo specchio perché i nostri volti cominciano ad assomigliare a quello del diavolo, la nozione dell’inferno si trasforma in un piumone intellettuale e allora, per sottrarci a tanta angoscia, ci mettiamo a descriverlo. Giunti alla vecchiaia l’inferno è così alla portata di mano che l’accettiamo come un male necessario e lasciamo persino scorgere la nostra ansia di patirlo. Ancora più tardi, e adesso sì che siamo tra le sue fiamme, mentre bruciamo cominciamo a intuire che forse potremmo acclimatarci. Passati mille anni un diavolo ci chiede, con aria di circostanza, se soffriamo ancora; gli rispondiamo che l’abitudine ha una parte ben maggiore della sofferenza. Alla fine arriva il giorno in cui potremmo abbandonare l’inferno, ma rifiutiamo fermamente tale offerta. Chi rinuncia infatti a una cara abitudine?