Salvo Arnone – Desiderio
Ho forgiato la chiave della porta di una magica città dei desideri… se il nostro amore è considerato un peccato da tutti saremo allora ben accetti.
Ho forgiato la chiave della porta di una magica città dei desideri… se il nostro amore è considerato un peccato da tutti saremo allora ben accetti.
C’è un tempo, e non dipende da me, in cui le cose si compiono.
I nostri corpi inaspettatamente compenetranti erano un incontro unico di carne e dolorose attese, inno ingiustificato a quella vita che finalmente ci aveva sorpreso. Sospesi in un abbraccio eterno, quella piccola stanza nel cuore di Roma era il nostro ritaglio di paradiso, il nostro improvviso riscatto da un’esistenza tiepida e senza tumulti. In quella stanza benedetta, vergine per noi, priva di qualunque orpello inutile, oltre all’ansare del nostro respiro, non c’erano altro che cielo e luce e quell’atto sessuale veniva a completare un amore che, ora, veramente, non veva bisogno d’altro.
Vorrei per un solo singolo giorno nella mia vita, poter dire: “oggi sto bene”!
I popoli in guerra agognano la pace.
Tra le tapparelle il sole entra, lasciando le sue ombre zebrate sulle pareti in questa stanza taciturna. Dentro di me la voglia di restare ferocemente nuda, nel mio silenzio, che silenzio non è; l’anima parla e non sa smettere. Il cuore desidera. Il ventre che pulsa grande voglia di lui. Le mie braccia cercano avvolgersi nel suo abbraccio, mentre le bocche si cercano con desiderio di baciarsi e nutrirsi tra i nostri sospiri.
Non voglio essere l’immagine del tuo desiderio, ma il desiderio da immaginare.