Samuel Bellamy – Sogno
Da quanto le mie notti sono popolate solo da Incubi? Non lo rimembro nemmeno più quando è iniziato. Forse da sempre. Eppure un ricordo distorto e lontano ce l’ho. Un tempo sognavo anch’io.
Da quanto le mie notti sono popolate solo da Incubi? Non lo rimembro nemmeno più quando è iniziato. Forse da sempre. Eppure un ricordo distorto e lontano ce l’ho. Un tempo sognavo anch’io.
Il regno della mia mente è infangato dall’ignoranza. Con le piogge incessanti della scrupolosa autodisciplina, possa io rimuovere dalle città della mia negligenza spirituale gli annosi detriti dell’illusione.
Non posso cambiare il mondo. Ma posso sognare che il mondo stia cambiando.
Mi piace svegliarmi e portare con me i miei sogni. Che importa se non sono realizzabili. Ciò che conta è averceli ancora questi sogni.
I sogni, sogni che scivolano via dalle mani, volano via, quasi come le farfalle, si trasformano dal bruco per poi volare, vorresti catturarle, ma resti li a guardarle nella loro bellezza colorata, come i sogni, pieni di colori, pieni di voglia di catturarli sfiorarli e, resti ferma, mentre scivolano via dalle tue mani!
Effimera è la bellezza di un sogno perché dura solo il tempo di una notte e al risveglio lascia nell’animo una cocente delusione.
Ed io che mi immaginavo tutto diverso, illuminavo tutto quello che non c’era.