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  • Alexandre Cuissardes – Politica

    Si sono mesi a litigare in strada, hanno bloccato il traffico fregandosene di tutti, hanno bestemmiato e detto brutte parole davanti anche ai bambini, si sono menati di (poco) santa ragione. Alla fine uno dei due è riuscito a colpire l’altro, a stenderlo a terra. Si è guardato intorno ed ha urlato alla gente, – avete visto, sono il più bravo il più forte, ecco, votate me – ed ha consegnato le schede elettorali precompilate, col suo simbolo già barrato. Ma intanto l’avversario, anche se ferito si sta alzando da terra e sta per colpire alle spalle il “vincitore per un attimo”. Intanto il portaborse del caduto che si è rialzato prepara le sue schede elettorali precompilate per sostituire quelle dell’avversario. Ma la democrazia prima di tutto, le elezioni sono sacre.

  • Giuliano Ferrara – Politica

    Penso che ogni tanto qualche scappellotto ci voglia per questo tipo di bambinacce. L’elemento della truffa è quello che più mi colpisce. Non c’è stata e non c’è fino ad ora –se ci sarà lo dirò– una censura della Rai e del cattivo Berlusconi contro la satira della Guzzanti. C’è stato un tentativo evidente di guadagnarsi la censura da parte della Guzzanti, che ha associato alla satira, cioè al suo mestiere, un altro mestriere, quello del comizio politico “de paese”, “de borgata”, quello violento, duro, in cui le è scappata anche la famosa espressione “razza ebraica”, perché la ragazza è molto ignorante. La cosa che mi dispiace è la violazione del sacro canone del mestiere dell’attore. Uno fa la satira, punto e basta. Se uno attraverso la satira – come avvenne con Daniele Luttazzi – vuole fare campagna elettorale a favore del proprio partito, non va più in televisione. Molto semplice: non è censura, sono regole, regole sane.