Sergio Rimondot – Tristezza
È volendo colmare quel vuoto che avevo dentro che mi sono ritrovato pieno, di niente.
È volendo colmare quel vuoto che avevo dentro che mi sono ritrovato pieno, di niente.
Non cerchiamo la “luce” intorno a noi, quando dentro di noi abbiamo solo “buio”.
L’amore è come la droga: prima ti rende felice e poi ti uccide.
Rincolli i pezzi, ma ciò che questi contenevano è andato ormai irrimediabilmente perduto.
Le rughe sono segni del tempo, lievi se la vita è clemente, e profonde dalle sofferenze, è la nostra biografia incisa sul volto.
Quando subentra la tristezza si spengono le luci nel cielo: la musica ha le sue note stonate, il cuore non ha emozioni, la vita si ferma nel buio, ma un sorriso può sciogliere l’incantesimo creato dal dolore.
A volte è molto complicato voltare pagina, soprattuto se quella cosa ci ha fatto soffrire ma qualche anche sorridere. Io ho alle spalle un infanzia tristissima ho saputo voltare pagina ma non subito, prima di voltarla tornavo a sfogliare le pagine perché mi mancavano moltissime le cose che avevo vissuto, vivevo solo di ricordi.Ma poi piano piano quella pagina è riuscita a voltarsi una volta per tutte, e poi si aprì un un nuovo capitolo stupendo da cui non avrei mai voluto uscire. Principalmente è molto dura voltare pagina, ma piano piano e con tanta forza di determinazione ci si può fare, la vita è un continuo voltare di pagina, basta solo trovare la forza di andare avanti nonostante tutto. Voltare pagina vuol dire sempre lasciarsi alle spalle un gran dolore, e un gran dolore è difficile da mandare giù, quindi ogni pagina ha impiegato il suo bel tempo per poi essere girata!