Silvana Stremiz – Amico
A volte è giusto smettere di “prostituirsi l’anima” per un abbraccio e voltare pagina.
A volte è giusto smettere di “prostituirsi l’anima” per un abbraccio e voltare pagina.
Spesso non sappiamo accettare o vivere “verità” che potrebbero metterci in discussione.
Amico è quella parola non pronunciata che fluisce da uno sguardo e ti avvolge come una seconda pelle,è quell’esserci silenzioso che entra nell’anima e ti fa sentire tutta la potenza della sua presenza,è quel sorriso che con tocco delicato bussa alle porte del cuore aspettando che si spalanchino,è quel camminare insieme lasciando spazi per far respirare l’anima,è quell’aspettare senza mettere fretta che recuperi le forze,è quel rispettare i cedimenti accogliendo le lacrime nel proprio cuore per alleggerirne il peso,è non chiedere mai il perché di un silenzio ma trasferirlo nella propria anima per decifrarne l’origine e dar vita alla comprensione,è quel contatto non cercato che trovi ogni volta che allunghi la mano.Amico è quel soffio leggero che rinfresca e libera la mente quando i pensieri la opprimono.
A volte basta un semplice ti amo a rendere felice chi ti sta accanto.
Bisognerebbe ascoltare il “grido” della propria anima quando ci avvisa di stare attenti. Onde evitare…
Nessun luogo è lontano. Può forse una distanza materiale separarci davvero dagli amici? Se desideri essere accanto a qualcuno che ami, non ci sei forse già?
L’amore è strano, non dà garanzie, è grande finché lo si vive, ma quando finisce è stato quasi sempre estremamente piccolo e ci sentiamo improvvisamente così inutili. Tutto quello che è stato è la somma di ciò che abbiamo dato e ciò che abbiamo ricevuto, e tirando le somme “l’avuto” diventa poco, se non inesistente, e nasce il rancore che a sua volta partorisce la disperazione. Quando finisce un amore non per colpa nostra, ma perché veniamo liquidati ingiustamente, il boccone è duro da mandare giù e restiamo appesi a quel filo chiamato disperazione, finché non giunge il tempo di un nuovo amore, di un nuovo abbraccio, oppure semplicemente il giorno della guarigione. Arriva un giorno in cui il dolore smetterà di fare male. Ci vuole del tempo, spesso troppo tempo, perché lo stato “straziante” in cui ci si trova non permette molto. Finche arderà il “rancore” è difficile pensare di poter andare oltre. Non resta che tener duro, combattere con forza contro “il niente” che ci è stato donato e fra le ceneri raccogliere “i ricordi buoni” perché ci sono sempre dei “ricordi buoni” da conservare, sempre, anche quando non sembra. Saranno i ricordi buoni la nostra forza, ci racconteranno che, comunque vada, l’amore vale sempre la pena.