Silvana Stremiz – Stati d’Animo
A volte ci innamoriamo del contorto.
A volte ci innamoriamo del contorto.
Mi sento una scarpa veccia per troppe miglia percorse, quante emozioni ho sorvolato. Ora chiudo la mano e non raccolgo che aria putrefatta. Vorrei spiegare agli altri le mie emozioni, non capiscono, non vogliono capire, perché non c’è più spazio per nessuno. Si vive arrampicati sulle montagne, cercando di non precipitare, tenendosi ben stretto lo zaino: unica fonte di sopravvivenza. Salire, salire, salire sempre e quando sei su, ti accorgi che sei solo: tu e il tuo zaino.
Gli occhi hanno il dono dell’estrema sintesi. Narrano concetti complessi in un paio di battiti di ciglia, trasformano pensieri inaccessibili dallo stato emozionale a quello liquido.
Ti svegli una mattina pieno di lividi, ma pronto a riprendere il volo.
Amo guardare le nuvole e m’incanto. Amo seguire i loro giochi di trasformazione, il loro evolversi, i repentini mutamenti. Mi fanno pensare al tempo, alle persone, alla sorte stessa, all’imponderabile: Basta un attimo e tutto cambia. In un attimo, niente è come un attimo prima.
Non permettere al passato di “rubarti il futuro”.
L’amica vera è quella che ti ascolta, ti sgrida e ha il corraggio di dirti in faccia ciò che gli altri dicono di te per dietro.