Silvana Stremiz – Stati d’Animo
Ad un certo punto impari a vivere anche senza “interrogare” il cuore.
Ad un certo punto impari a vivere anche senza “interrogare” il cuore.
A volte non basta neppure Dio, per salvarci da noi stessi.
All’interno degli occhi si vela l’anima, ma lo sguardo svela le sue mani, in cui ti possono accarezzare o graffiare.
L’amore è comunque sia sempre un dono purché non diventi ossessione.
Le cose che ho imparato dai miei mille perché. Che con la consapevolezza dei se e dei ma e dei però non si è costruito nulla, ma si è demolito la certezza di tutto. Che nei miei dubbi ho cercato di entrarci ed uscirci, perché entrandoci fossi capace di capire i miei sbagli. Che lo sbaglio non è mai di una singola persona, ma sta in ognuno di noi la colpa. Che si può essere neutrali, ma la neutralità va applicata su tutti. Che si può credere a qualcuno, ma si deve credere anche all’altro. Che dagli sbagli bisogna imparare e non solo giudicare. Che tutti siamo vittime e carnefici di ogni nostra azione. Che ad ogni azione corrisponde una reazione. Che essere buoni, non significa essere sceme. Che non si può condannare gli altri e nascondere quello che noi facciamo. Che credo alla buona fede ma che poi le azioni dimostrano quello che siamo. Ora fra dubbi, verità, bugie, nulla è come è ma continuo a sperare, credere, amare.
Quante sere in attesa di un’utopia, quella di un sms mai recepito, ma desiderato con l’anima. E tu, telefonino della mia solitudine, sei sempre li a confortare la mia anima mai arresa.
Quelle come me, quando vanno via, implori Dio per trovarne almeno solo lo sguardo tra la gente.