Silvana Stremiz – Tristezza
Per comprendere il dolore che abbiamo “donato”, basterebbe a volte pensare un po’ meno a sé.
Per comprendere il dolore che abbiamo “donato”, basterebbe a volte pensare un po’ meno a sé.
Stanotte scorgo me stessa nel cielo,eccomi lì al centro di un soffitto tappezzato di stelle,dal viso pallido e dagli occhi tristi,avvolta da un alone di mistero e di malinconia.Stanotte mi chiamo anche io luna.
Lo vedi borbottare, gli chiedi cosa c’è che non va, lui ti risponde niente. Tu comprendi che in quella frase è racchiuso ciò che siete. In una parola quel noi ora è niente.
Quando tu mi avrai cancellato, sarai ancora parte di me.
Sono troppe le cose che ci accomunano. Affetti, date piccole grandi coincidenze che fanno di te l’altra me.Non riesco ancora a comprendere il senso di tutto ciò, ma è incredibile come tanti tasselli uguali o simili compongono la nostra vita in modo quasi parallele. Perfino le nostre lacrime si tengono a volte compagnia.Un giorno troveremo una spiegazione a tutto. Per ora so solo che averti nella mia vita è stato un dono.
Le parole non finiscono mai. Finisce la voglia di dirle, di ripeterle, per l’ennesima volta.
Vi capita mai di sentirvi crollare per dei resti di parole bruciate in gola, incastrate, buttate giù e mai dette? Io sì, sempre. E fa maledettamente schifo e contemporaneamente male.