Silvana Stremiz – Tristezza
Se il dolore desse tregua forse la disperazione non busserebbe alla nostra porta.
Se il dolore desse tregua forse la disperazione non busserebbe alla nostra porta.
Di quel “noi” che non è mai stato “noi”, il vento soffierà via anche l’ultimo…
Il dolore si manifesta in diverse forme. Se è fisico può risultare pungente, bruciante, localizzato o acuto. Può essere una fitta leggera, uno spasmo incontrollato, uno strazio infinito o un tormento. A volte si può placare facilmente con antinfiammatori e analgesici. Se è morale allora la chiamiamo sofferenza. Con una parte conviviamo tutti i giorni: serve per accrescere e affrontare l’adattamento alla vita. […] Una sofferenza però non la possiamo ignorare. È espressione di un’afflizione interiore più profonda. Cancella tutto, fa scomparire quello che hai intorno, anche ciò che ci appartiene di più. Da un dolore spesso si guarisce in fretta. E da una sofferenza?
All’amore spesso diamo troppe “possibilità”.
Quando un rapporto è “trascinato” può essere tutto ma non amore. Amore è camminare insieme nel bene e nel male, aiutare non trascinare. Tutt’al più possiamo trascinare insieme le difficoltà della vita, ma non trascinare “La storia di Noi”.
Il dolore, quando è cocente e duro, ha il sapore dell’urlo straziante di una belva ferita a morte!
A chi mi vuole bene lascerò le mie tristezze e i miei pensieri. Mi dispiace, amici miei, vorrei donare a voi sorrisi e beni ma i beni non li ho mai avuti ed i sorrisi li ho perduti osservando il mondo.