Pagina iniziale » Silvana Stremiz – Vita

Silvana Stremiz – Vita

Voglio esserci finché esserci sarà parte integrante della vita, altrimenti passo volentieri al capitolo finale di questa vita.

Similar Posts

  • Sabrina Intini – Vita

    Credo sia una cosa che può capitare, già, capita di ritrovarsi soli. E quando ti ritrovi solo inizi a chiederti quale possa essere il problema, perché è successo, perché sei rimasto solo, ma non lo capisci. Non trovi la risposta, non la puoi trovare perché in quel momento non te ne rendi conto, magari è lì davanti a te, ma tu non la vedi. Solo il tempo ti porterà a vedere il motivo di tutto. Nonostante tutto sei solo, ti rendi conto che fuggi dai veri rapporti, non ne sai il motivo, ma li eviti.

  • Domenica Borghese – Vita

    L’ostinazione peggiore che produce male a se stessi e agli altri, è quella di sentirsi nel giusto, di non voler assolutamente cambiare atteggiamento radicandosi nella presunzione, nell’orgoglio, nell’invidia e nella gelosia. Il voler a tutti i costi far primeggiare il proprio ego su tutto e tutti non fa altro che distruggere il bene e aumentare i problemi fortificandone le conseguenze. Come si dice: c’è chi si rovina la vita con le proprie mani ma dà la colpa a situazioni negative e ad altre persone. Ognuno, invece, è artefice del proprio destino o per meglio dire della costruzione o distruzione della propria vita.Con la zappa si zappa il terreno, per coltivarlo e veder poi crescere col tempo i frutti, altri invece zappano la propria fossa.

  • Mariella Buscemi – Vita

    La vita ha una grande, grandissima sala d’attesa. Fissi la porta di quell’ascensore che speri si spalanchi all’improvviso. C’eri arrivata, eri lì, ti avrebbe portato in alto, lì a quel settimo cielo di cui avevi sempre sognato le nuvole e gli angeli, ma qualcuno più veloce l’ha chiamato prima di te; pensavi andasse su, invece l’hanno chiamato da sotto: avrebbe fatto meglio a far salire te! E le vite di tutti sono porte scorrevoli di ascensori di antichi palazzi che hanno dentro storie, quadri appesi a chiodi arrugginiti, stanze, segrete, sotterranei, armadi abitati da scheletri, pareti umide e qualche ornamento sfarzoso qua e là. Quanti ritardatari e quanta gente rimasta giù in questa grandissima sala d’attesa. Si fanno anche bell’incontri di tanto in tanto, altre volte brutti, ma ad accomunarci questa stessa necessità di raccontarci le vite e di quella volta in cui abbiamo perso l’ascensore e siamo rimasti a terra. Non ti resta che aspettare che la porta si apra per portarti a casa tua, lì al piano che ti è stato assegnato.