Giuseppe Catalfamo – Società
Basta essere demagogici. La giustizia è uguale… per tutti da sempre. Non si può certo condannare avvocati e politici. Le tradizioni van rispettate condannando i deboli.
Basta essere demagogici. La giustizia è uguale… per tutti da sempre. Non si può certo condannare avvocati e politici. Le tradizioni van rispettate condannando i deboli.
Oggi il nome “democrazia” è rimasto alle usurocrazie, o alle daneistocrazie, se preferite una parola accademicamente corretta, ma forse meno comprensibile, che significa: dominio dei prestatori di denaro.
Tutte gli Individui hanno dentro la Meraviglia dell’Essere, peccato che si coprono vestendo la Società.
Le “Non Notizie” veleggiano, coprendo le manchevolezze istituzionali.Questa è l’unica vera Eversione nei confronti del cittadino.
Il futuro si legge nelle strade, nelle fabbriche e nelle caserme molto più chiaramente che sulle pagine dei giornali.
Mai come adesso mi sento fiero di far parte di una minoranza di italiani, quindi di essere cittadino e non suddito.
Combattevamo Mussolini come corruttore, prima che come come tiranno; il fascismo come tutela paterna prima che come dittatura; non insistevamo sui lamenti per mancanza della libertà e per la violenza, ma rivolgemmo la nostra polemica contro gli italiani che non resistevano, che si lasciavano addomesticare.
Quando si vuole riuscire simpatici in società bisogna rassegnarsi a lasciarsi insegnare molte cose da gente che le ignora.
Vendono fumo i signori della morte, fumo profumato, inebriante, padroni del mondo, ci piegano sfruttando i nostri stessi sentimenti.
La società è sempre più diffidente e deludente; prima ti “cerca”, ti vuole, come il pane. Quando ha mangiato fino all’ultima briciola, del tuo “sapere” ti scarica come un Barile: al porto!
Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell’uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita.
Non bastano le lacrime per impastare il calcestruzzo.
Ahimè, nonostante sembri impossibile, esistono al mondo cose e persone invisibili. Sono tutte quelle cose, tutte quelle persone che fingiamo di non vedere.
Molto spesso mi sento fortunato,per essere nato in un paesedove la pace ha sempre regnato,per merito di chi ne ha pagato le spese.Molto spesso mi sento fortunato,perché vivo in questo momento,in un paese dove da semprela libertà ha il sopravvento.Molto spesso mi sento fortunato,perché posso urlare di essere un italianoe la mia gioia è ancor più grandeperché lo posso dire col cuore in mano.Ecco perché non trovo giustoche gli abitanti di questa terra,pestino il sangue dei loro avisenza essergli riconoscenti per la loro guerra.Non trovo giusto che sia decisoche oggi un bimbo quando viene alla vita,debba pagare il conto di un uomoche lo ha battuto prima della sua partita.Non trovo giusto che un anziano,che ha accantonato per la pensione,debba vivere sulle spalle del nipoteperché i suoi fondi sono serviti per la corruzione.Non trovo giusto che chi ha rubatosenza rimorsi sia scagionato,e mentre invece chi ha sempre pagatoper un intera vita sia martoriato!Ecco perché questo mio appelloche parte dal basso e sottovoce,vuole giustizia nel mondo interoper chi nasce ora e non ha ancora voce.Se tutti i denari che sono stati frodatipotessero ritornare al proprio posto,oggi mio figlio appena natocrescerebbe in un paese senza pagarne il costo!
“L’Italia (oggi) è una Repubblica fondata sulla democrazia e sulla libertà di pensiero”, ergo;”l’Italia (oggi) è una Repubblica fondata sulla burocrazia imperante”, le corporazioni, i massoni, le lobby, le caste: politiche, mediche, mafiose, amministrative, legislative, cattoliche, baronali nella completa sudditanza di un potere che non appartiene a nessuno schieramento politico ma solo al perseguimento del profitto personale. Forgiamoci sulla pelle l’ideologia pilota del grande maestro di pensiero e di rappresentazione artistica del capolavoro dei lavoratori in marcia del Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo, un’opera che fa parte della memoria collettiva italiana e che con la sua celebrità è diventata il manifesto della speranza di un mondo nuovo con cui si chiudeva il XIX secolo.
Le idee sono fatali per la produzione di caste.
La morale è la metodica con cui il potere costituito cerca di ottenere ubbidienza dal popolo, giustificando la mancanza di libertà attraverso verità dogmatiche.