Ornela Radovicka – Società
Il razzismo più pericoloso è quello che trasforma la paura in business.
Il razzismo più pericoloso è quello che trasforma la paura in business.
Diranno che sei intelligente: prendilo come un complimento, anche se in realtà non lo è.
La morte di cui si dovrebbe aver paura non è quella del corpo, ma quella della memoria.
La società in cui, ben e o male, ci tocca vivere, specie quella italiana, è degradata e putrefatta; dominata dalle mode, dai conformismi, dai sentito dire, dalle maldicenze. Con una prevalenza del cretino, della volgarità, delle scelte pilotate e comandate. Siamo vittime dell’omologazione, dei calcoli dei potenti, delle convenzioni; e di libertà di movimento, c’è né poca. Se ti ribelli, diventi un pazzo, un paria, un intoccabile, e resti solo.
È interessante constatare quanto la stessa “società” che condanna l’intolleranza sembri non comprendere quanto essa ne sia responsabile. In realtà, influenzando e determinando il modo in cui ci si dovrebbe comportare, vestire, mangiare ed “essere”, altro non fa che alimentare una paura, verso alcuni aspetti di se stessi, che generalmente tende ad essere rivolta verso gli altri. Intolleranza, per l’appunto.
La voce del silenzio omertoso distrugge la dignità dell’uomo.
Nel paese della falsità, essere onesti è una grave ingiuria.
Il sogno americano è, forse, una grande e luccicante illusione. La verità è che l’Europa è stata – ed è ancora – la culla della civiltà, e si è sempre distinta in ogni campo. Il nostro continente è un concreto esempio dell’ideale del “self-made”. Noi tutti siamo capaci di essere artefici di noi stessi, ma la modernità ci spaventa e al contempo ci impone di omologare il nostro essere ai modelli luccicanti del capitalismo, che è simbolo di quell’America la quale ci appare sempre più vicina di quanto in realtà non sia.
Fedro, Lupus et agnus: quando il giudice ti vuole condannare una motivazione la trova sempre o se la inventa per come si alza la mattina.
Coloro che creano violenza dicendo di farlo in nome della religione oppure in nome di Dio, penso che siano solo degli atei, perché nessuna religione incita alla violenza.
La peggiore consapevolezza per noi adulti è che non esiste un vaccino che possa rendere i bambini immuni dalla sofferenza e dalle difficoltà della vita, perché malgrado gli sforzi e l’impegno, noi non possiamo in alcun modo tutelarti dalla “bruttezza” del mondo.
Tutti hanno il diritto di propagandare la propria religione, nello stesso tempo tutti devono rispettare la religione altrui, ma difendere e rispettare non autorizza nessuno a togliere la vita agli altri. E se ci fosse un credo che incitasse i suoi adepti a fare una cosa del genere, per favore in nome di Dio non chiamate religione un’idea, una dottrina, un’interpretazione settaria, che autorizza il massacro.
La giustizia verso i cittadini non dovrebbe avere colori né di pelle, né politici. Dovrebbe solo essere giusta.
In una economia globale di mercato come quella attuale, nessun movimento costoso, sia esso politico, sociale, paramilitare, terroristico o religioso, nasce senza avere un interesse e un fine puramente economico.
Viviamo in un mondo magico, ma abbiamo perso la capacità di vederlo.
L’umanità tutta nel suo cammino dipende da una sana vita di relazione, che può essere fattiva solo attraverso una giusta comunicazione.
I vincitori scrivono la storia, ma gli sconfitti sono quelli che la colorano.