Stadio – Figli e bambini
Stupisce con la semplicitàdi una malizia che non nasce…non nasce dalla volgaritàma da un’adolescenza che fiorisce!
Stupisce con la semplicitàdi una malizia che non nasce…non nasce dalla volgaritàma da un’adolescenza che fiorisce!
Figlio, chi sei, sei forse colui di cui abbiamo parlato nelle notti insonni, cercato avidamente pensando ad un angelo, se è così librati in alto, non scendere mai, ammira la terra dall’alto, e come albatros vola negli spazi silenti e pieni di luce.
Forse per la prima volta guardavo negli occhi quella somiglianza. Sentii di volerle un gran bene. Certo, l’avrei voluta diversa mamma. Appiccicosa e piena di smancerie. Ma m’amava. A modo suo m’amava. Chissà perché cresciamo col terrore, fiato sul collo, di non essere amati mai e mai a sufficienza. Quasi a non meritarlo quell’amore. Perché? Fortemente convinti di esser solo buoni a nulla, sagomati con lo scalpello della cattiveria, fucili pronti a sparar sentenze e menzogne.
A un bambino puoi raccontare tutte le bugie di questo mondo tranne che la luna sia un satellite che gira attorno alla Terra. Dopo aver conosciuto la propria mamma non crederebbe mai a una tale fandonia.
Ogni bambino ha in sé lo spirito della creazione. La spazzatura della vita soffoca spesso tale spirito attraverso le piaghe e la miseria dell’anima.
Ci sono così tanti bambini maltrattati. Se la fortuna è cieca, la sfortuna ha una sorella gemella… la sterilità, cieca anche lei.
Un bimbo che non c’è che vive dentro me… in questo mio grembo desiderato, disabitato.