Anonimo – Stati d’Animo
Il tempo è la prigione più difficileda cui evadere… perché non se nevedono le mura…
Il tempo è la prigione più difficileda cui evadere… perché non se nevedono le mura…
Preferisco essere in disaccordo con gli altri, se questo vuol dire essere in armonia con me stessa.
Non ho più parole, solo parolacce.
Ogni tanto ritorni, chissà che succede, che a volte hai questo bisogni di farmi sapere che ci sei e sei sempre li immobile, come sempre come tutti questi anni, come in tutte le volte che io ero con te e soprattuto in quelle che non ci sono stato e non ci sarò… non mi voglio porre domande non voglio nemmeno mettermi a pensare non ne ho voglia mi complicherei solo di nuovo la vita come sempre e perché?Forse il bisogno di avermi è più tuo ora, forse perché in fondo mi hai sempre voluto, su di me ovviamente non posso avere dubbi e nemmeno tu. È quello che credo oggi purtroppo viviamo in due tempi separati e il tempo si sa non torna mai indietro, può solo andare avanti ed è quello che gli facciamo fare noi mandiamo avanti questo che è ancora non è il nostro tempo… chissà a volte invece perché ti trovo dietro di me o ti sento talmente vicino impercettibile ma io ti vedo, sei li, mentre sono allo specchio dietro di me mentre mi guardi o quando ti sogno le notti, o come quando già sapevo in fondo in un posticino del cuore che saresti tornata, come sempre, come tutte le volte, per noi il tempo sembra non avere ne luogo ne tempo appunto sembra non esistere 1 anno o un giorno per noi non è nulla, eppure la mancanza materiale si fa sentire quella si… e quindi non mi chiedo nulla dopo tanti anni dovrei sapere che anche se non mi hai mai detto ti amo a parte una sola volta ma eravamo piccoli non so se quel ti amo oggi è ancora così identico a quegli anni so però che una parte di me è in te, e una parte di te è in me è forse per questo che rimaniamo attaccati senza staccarci mai… fino a quando!?
Quando non si riesce a stare da soli ovvero con se stessi, non si riesce nemmeno a stare con gli altri. Dobbiamo imparare a stare da soli, soltanto così possiamo rispettare gli spazi delle persone a cui vogliamo bene non creando una dipendenza emozionale.
C’è sempre un giorno nella nostra vita dove in un attimo perdiamo tutte le nostre certezze, ci sentiamo smarriti, confusi, in preda al panico.Sono momenti terribili, dove la nostra anima sprofonda in un abisso interminabile, dove il nostro cuore sembra impazzire. Ci sentiamo naufraghi in mezzo ad una tempesta.Il nostro cuore batte così forte che ne sentiamo il rumore, siamo spaventati e non sappiamo a chi chiedere aiuto perché attorno a noi c’è il vuoto.Poi arriva un giorno dove timidamente ricompare il sole, il mare diventa tranquillo, ci riappropriamo delle nostre certezze. I brutti momenti sono passati. Ricompaiono pseudo amici, pseudo parenti, pseudo amanti… ma ora siamo noi che usciti da una brutta esperienza siamo così forti da saper riconoscere a chi dare credito, di chi ci possiamo fidare: ora siamo noi a decidere cosa per noi è giusto o sbagliato, ora siamo noi nuovamente protagonisti della nostra vita. Ed è bello riassaporare il profumo della vita.
Mentre tutti vanno al mare io mi godo il silenzio della stanza.
L’invidia può far male a chi la riceve… ma distrugge, in fondo, chi la prova…
Una spalla su cui piangere equivale al miglior analgesico, per ogni tipo di dolore provocato da cocenti delusioni.
Il silenzio è la più perfetta espressione del disprezzo.
C’è in me l’ombra del segreto non svelatoe la luce di ciò che amo mostrare.Ci sono in me più volti e tutti senza nome.
Le tue lacrime di gioia o di dolore andranno comunque verso il basso…
E poi capitava di pensare che doveva essere ormai tutto finito, che di un fragile primo amore non poteva esserti rimasto dentro altro che qualche piccolo frammento.Era così in effetti, ma bastava cercare qualche immagine in più custodita chissà dove nella memoria che il ricordo, da opaco e sbiadito, si faceva subito più lucido e luminoso.Bastava un’altra manciata di secondi perché i fiocchi di neve si fondessero col cielo stellato di una notte d’estate, i riccioli d’ebano con le ciocche dorate dalle dita calde del sole.In questo modo quella fenice cerulea e malinconica che è il ricordo tornava a splendere inaspettatamente ogni volta.
Solo la pioggia e i tuoni descrivono i miei stati d’animo!
Fino a un minuto fa ero convinto di essere io, poi mi son guardato allo specchio e… sono un altro!
Voglio vivere abbastanza da poter morire con l’essenza della vita nel cuore.
Non mi interessa la sua entità, ho solo bisogno di percepire un brivido, un delicato soffio di vento sulla pelle che lentamente mi sussulti il remoto. Delicatamente mi riesumi il sepolto.