Gigliola Perin – Stati d’Animo
Parole intinte nel cuore scritte con il calamaio dell’anima, sussurrate a te, mentre sfioravo le tue labbra. Ora tu le cerchi, le leggi, le porti con te, mentre i nostri silenzi uccidono.
Parole intinte nel cuore scritte con il calamaio dell’anima, sussurrate a te, mentre sfioravo le tue labbra. Ora tu le cerchi, le leggi, le porti con te, mentre i nostri silenzi uccidono.
Andando via di te mi è rimasto il sapore amaro in bocca, ma la dolcezza del tuo ricordo nel cuore.
C’è qualcosa di piccolo come una lacrima, che si adatta perfettamente a qualcosa di grande come un sentimento.
Ho accarezzato un sogno, l’ho vissuto finché il destino me l’ha concesso. Vi ho rinunciato per ritornare alla realtà, ora anche lei mi prende a pugni nello stomaco. Ogni giorno la vita si porta via un po’ di me stessa. Che senso ha aver lasciato volare via le note che mi facevano volare, se anche il mio piccolo mondo cade a rotoli.
Più attendo un tuo messaggio, più cresce in me la delusione.
Il leggero soffio del vento trafigge il mio cuore, quel cuore gelato dall’inverno, che non vive, che non ricorda, ma soffre. Ed ecco, primavera.
Ci sarà pure un posto dove il cuore non ha più catene.
Se tra due persone esiste la fusione di menti l’ipocrisia è bandita, si è un tutto corpo e anima.
Nella mia vita mi sono sempre comportata correttamente, ho sempre dato il cuore per ciò che facevo e che faccio, ho sempre detto quello che pensavo e continuerò a farlo. Ma attenzione, se decido di chiudere con persone che amo, io chiudo per sempre senza dare spiegazioni, perché sono del parere che chi non mi accetta non mi merita.
E se ogni tanto sentiamo il peso del dolore e solo perché non abbiamo abbastanza forza per lasciare spazio alla serenità.
La notte ti porta consiglio e il giorno te lo sconsiglia.
Non chiedo poi tanto, se aspiro a qualcosa che ripaghi un po’ delle mie sofferenze. Non sono altezzosa, se chiedo finalmente un po’ di sana serenità. E nemmeno egoista se adesso sento la strana necessità di pensare a me. Non odiatemi se ogni tanto vi dirò: “no. Mi dispiace, ma non posso”. Non giudicatemi se alcune volte non ascolterò le vostre paure e i vostri dolori. Non fraintendetemi se, pensando un po’ a me, mi sfuggirà un vostro silenzio pieno di parole. Ho solo staccato un attimo la spina dal “mondo” per poter ricollegare un po’ quella che ha riacceso finalmente “me stessa”.
Ti ho sognato amore mio. Mi stringevi fra le tue braccia, ero avvinghiata a te, non desideravo lasciarti andare via. Ho aperto gli occhi era tutto come prima, non c’eri più. Mi resta solo il ricordo di un’abbraccio, amore mio.
Dietro a un muro mi difendo, tra le pareti massicce difendo quello che ho di buono, la parte bella che è rimasta. Mi amo, mi rispetto, vivo e mi difendo dietro alle pareti, dove aspetto chi riesce ad attraversarle.
Non sopporto le attese, vorrei smetterla di guardare indietro come se fossi rincorso da un feroce mastino. Vorrei camminare piano, spegnere il cellulare, avere ancora 16 anni e andare con il motorino verso il mare. Vorrei smetterla di girare intorno a me stesso, vorrei avere uno scivolo attaccato alla mia finestra. Perché siamo nati senza il tasto reset? Mah.
Quando la mia anima si veste da sirena provo una sensazione di spazio e nuoto nell’infinito.
L’unico peccato che compiono è rubare il tempo per potersi amare.