Anna Cosentino – Stati d’Animo
L’unica cosa che rende fiera di me, è di non essere come te.
L’unica cosa che rende fiera di me, è di non essere come te.
Non amo le parole che promettono. Sono scontate, soprattutto al giorno d’oggi.
E quando hai accanto chi ami, hai già la felicità, ma purtroppo molte volte te ne accorgi solo quando rimani solo.
Per lunghi periodi ho vissuto la solitudine psicologica, sono state innumerevoli le situazioni in cui in mezzo a tante persone mi sono sentita sola e diversa. Crescendo, mi sono resa conto che quella solitudine molte volte l’avevo cercata, preferendo un mondo tutto mio ad una realtà che non rispecchiava la mia anima e i desideri più profondi.
Quest’anno niente compleanno. Lo salto, e chissà anche il prossimo.
La mente e la bocca spesso vanno a braccetto e fanno il contrario di ciò che pensa il cuore, ma se nel cuore provi amicizia o amore sentirai il frastuono dentro di te e solo abbracciando la persona a cui vuoi bene riprenderà il suo normale battito.
Il nodo in gola, non strozza, ma è in grado ugualmente di togliere il respiro.
Tutto finisce. Prima o dopo tutto termina. Terminano i legami che avevamo scelto come “Indissolubili”. Terminano le domande, anche quelle che ci hanno uccisi perché prive di risposta. Terminano le paure, anche le più assurde e le più profonde. Termina la pazienza, anche quella che avevi custodito con cura per non perderla. Termini “tu” semplicemente perché dopo mille delusioni si cambia.
Scrivi sempre quello che senti e fai in modo che quando scrivi di ricordare che è il libro della tua vita. Se qualcuno vuole leggerlo faccia attenzione a come lo si tocca, perché quel libro si chiama cuore, un cuore di un essere vivente.
Dopo ciò che mi hai scritto mi sento insignificante. Vorrei essere lì solo per darti un abbraccio forte e dirti che non sei sola e che il mondo non è così brutto come dici.
E ritornano quei momenti in cui il tempo si ferma, sembra quasi che dentro noi nulla si muova, anche se fuori tutto trascorre. Come quando da piccoli, in automobile, ci sembrava che la vettura fosse ferma con il suo motore acceso ed eravamo convinti di vedere correre gli alberi, le case o le colline. Sono percezioni. Capitano.
Abbiamo perso l’abitudine di guardare il cielo per giocare a dare forma alle nuvole. Era un bel gioco. Guardiamo troppo per terra, alla ricerca delle cose perse dagli altri per raccattarle. Abbiamo smesso di essere sognatori e siamo diventati cenciaioli. Nessun desiderio e troppe cianfrusaglie.
La mia voce trema quando la ragione mette a nudo la verità. Essa stessa redige un cauto e snervante senso di responsabilità il quale toglie energie. Passato l’attimo e la voce non trema più la verità accende una luce avvolgente e si respira serenità.
Non sono per il generico, superficiale senso delle cose. Dell’ombra, l’inclinazione del riverbero. Nel tutto, il dettaglio. Nella distesa e nelle ampiezze, il microscopico, invisibile. Dell’evidenza, la distrazione. La sottigliezza alla ricerca dello specifico. L’infinitesimale. La cattura.
Vivendo soffro. Soffrendo vivo.
Non sono perfetta, ho mille difetti, ma dove la trovi una uguale a me?
Se vali veramente, con fatica, riuscirai ad emergere anche senza l’aiuto di qualcuno. Chi non è stupido i tuoi valori li apprezzerà.