Stefano Comalli – Solidarietà
Se la grammatica insegnasse che come prima ed unica persona ci fosse “noi”, e non “io”, allora al mondo ci sarebbe più unanimità e meno ego.
Se la grammatica insegnasse che come prima ed unica persona ci fosse “noi”, e non “io”, allora al mondo ci sarebbe più unanimità e meno ego.
Se per gli dèi e per la morte, la vita delle persone è sempre stata un gioco divertente, fatto magari con una moneta, testa o croce, nel tempo dell’inganno della luce e del fuoco voglio vedere come si divertono.
L’uomo è come una pagina bianca, che andando avanti con il tempo scrive di se stesso. Sta a noi a decidere se leggere la sua storia, ma chi ne ha il tempo?
Quando per la vita non esistono più speranze, quello che può fare un vero uomo è tirarsi su i calzoni e continuare a lottare fino alla fine.
Non sarò sicuramente io a cambiare la tua vita, non sarò certamente io ad aiutarti, non sarò probabilmente io a sostenerti, ma stai sicuro di una cosa: non sarò io a farti del male.
La vera disabilità è quella dell’anima che non comprende…Quella dell’occhio che non vede i sentimenti…Quella dell’orecchio che non sente le richieste d’aiuto…Solitamente, il vero disabile è colui che, additando gli altri, ignora di esserlo.
La nostra vita non può basarsi sull’effimero, sull’apparente. Innalziamo il nostro sguardo, stendiamo le nostre mani, noi siamo uomini e donne di speranza. Si, perché tutto vince l’amore.