Stefano Gentilini – Vita
La vita è quella malattia che nessuno vorrebbe mai curare.
La vita è quella malattia che nessuno vorrebbe mai curare.
Dai un valore a tutto ciò che ti circonda, cerca di vedere sempre qualche piccola cosa in tutto, il dolore ti renderà più forte, e dopo il temporale ci sarà sempre sereno. Appena ti accorgi che tutto o quasi sta andando male pensa a quel poco che ti ha reso felice fino a quel momento, quella cosa che non molleresti mai e non ti mollerebbe mai, basa la vita su quell’aspetto e su quella sensazione e aggrappati fino a quando le cose non cambieranno… ma non disperare, non ci sarebbe motivo, è solo una questione di tempo e solo tu puoi ingannarlo, sfida la cattiva situazione e umiliala continuando ad essere felice, così avrai sempre la meglio su tutto!
L’invidia? È un potente corrosivo, ti corrode l’anima fino a rendertela a brandelli, e quelli che si nutrono di questo sentimento sono solo delle misere larve.
Spesso ho l’impressione che tutto remi contro la mia sensibilità, poi deduco che non è proprio così, perché ho semplicemente sbagliato a scegliere la rotta del mio navigare.
La vita a vent’anni scorre senza la paura di invecchiarecome l’acqua di un ruscello scorre senza paura di evaporare.
La vita è qualcosa di unico per ognuno di noi, sia nella felicità che nella solitudine, ma va condivisa l’uno e l’altra. A volte nella solitudine pensiamo di trovare la pace e ci perdiamo in momenti di estrema malinconia che a volte viene da noi odiata, ma della quale non possiamo fare almeno. Tracciamo i catastrofici bilanci della nostra vita, e si ha la sensazione di non aver mai assaporato la felicità. Ma la colpa è solo nostra, per paura di soffrire la corazza che ci siamo costruiti è troppo forte e non vogliamo rinunciarci e ci condanniamo a questo esilio del cervello e alla fine non sappiamo cosa ci perdiamo! Basta saper assaporare le piccole gioie della vita e sapersi… accontentare.
Pare infinita la vita quando di giovinezza vestito, il mondo pare un pallino pare un pallino la vita, quando dal’alto degli anni la scorgi quasi finita.