Stephenie Meyer – Libri
Serve un cuore? Fai pure. Prendi il mio. Prendi tutto ciò che ho.
Serve un cuore? Fai pure. Prendi il mio. Prendi tutto ciò che ho.
Mia madre mi partorì pieno di domande sottili. Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci.
Ci sono molti uomini che leggono per non dover pensare.
“Ha 38 anni Bartleboom, lui pensa che da qualche parte, nel mondo, incontrerà un giorno una donna che, da sempre, è la sua donna. Ogni tanto si rammarica che il destino si ostini a farlo attendere con tanta indelicata tenacia, ma col tempo ha imparato a considerare le cosa con grande serenità. Quasi ogni giorno ormai da anni, prende la penna in mano e le scrive. Non ha nomi e non ha indirizzi da mettere sulle buste: ma ha una vita da raccontare. E a chi se non a lei?Lui pensa che quando si incontreranno sarà bello posarle in grembo una scatola di mogano piena di lettere e dirle: “ti aspettavo!”Lei aprirà la scatola e lentamente quando vorrà leggerà le lettere una ad una e risalendo un chilometrico filo di inchiostro blu, si prenderà gli anni, i giorni gli istanti, che quell’uomo prima ancora di conoscerla le aveva regalato.O forse, più semplicemente, capovolgerà la scatola e attonita davanti quella buffa nevicata di lettere sorriderà dicendo a quell’uomo: “tu sei matto!”… e per sempre lo amerà!”
Più amici, più avvenire, più nulla! Le mie forze sono infrante, come il fascio della nostra passata amicizia. Oh! La vecchiaia arriva, fredda, inesorabile; avvolge nel suo velo funebre tutto ciò che riluceva, tutto quello che odorava al tempo della giovinezza; poi si carica sulle spalle il dolce fardello e lo porta con tutto il resto, in quell’abisso senza fondo che è la morte.
Chi fossero i miei compagni di quelle giornate, non ricordo. Vivevano in una casa del paese, mi pare, di fronte a noi, dei ragazzi scamiciati – due – forse fratelli. Uno si chiamava Pale, da Pasquale, e può darsi che attribuisca il suo nome all’altro. Ma erano tanti i ragazzi che conoscevo di qua e di là.Questo Pale – lungo lungo, con una bocca da cavallo – quando suo padre gliene dava un fracco scappava da casa a mancava per due o tre giorni; sicché, quando ricompariva, il padre era già all’agguato con la cinghia e tornava a spellarlo, e lui scappava un’altra volta e sua madre lo chiamava a gran voce, maledicendolo, da quella finestra scrostata che guardava sui prati, sui boschi del fiume, verso lo sbocco della valle.
Per la prima volta Stella sentiva che era valsa la pena di saltare nel vuoto, perché alla fine avrebbero trovato il posto sicuro dove amarsi senza paura. E fu in quello spirito che fecero l’amore: senza paura, liberamente, mentre i treni rombavano sul viadotto nella notte. E Stella lo fece ridendo, gridando, urlando al magazzino intero tutta la vita che aveva dentro.