Susan Randall – Felicità
In tutte le chiavi dell’universo, prima o poi troverò sta cazzo di chiave che apre la porta della felicità!
In tutte le chiavi dell’universo, prima o poi troverò sta cazzo di chiave che apre la porta della felicità!
Abbiamo imparato a tacere, a non parlarci più, per paura, paura di viversi nel dolore, evitiamo di guardarci negli occhi per non sapere, per non sentire, evitando l’incontro autentico tra due persone. Non ci si guarda più negli occhi, non si tiene più per mano, non ci si sente l’energia dell’altro. Non siamo liberi. Liberi di amare, di essere, quell’energia, chiamata amore eterno!
Per raggiungere attimi di felicità, bisogna attraversare attimi di sofferenza, anche se ne faremmo volentieri a meno. Tale sofferenza non dovrebbe coinvolgere altre persone, a meno che non usufruiscano alla fine pure loro della nostra felicità.
Bè, facciamo tutti fatica a vivere ma poi ci sono bei momenti.
Anche i gabbiani a un certo orario del giorno si fermano a fissare l’infinito restando in silenzio, quasi stessero ascoltando il silenzio divino universale.
La felicità. Sei tu la tua stessa felicità. Nel momento stesso in cui taci per non dire brutte parole. Nell’istante stesso in cui ti innalzi sopra le persone. E le osservi. In silenzio. E comprendi che nulla ti tocca, il male non ti sfiora. Solo il buono ti abbraccia. E sei leggero. Ti senti bene. E sorridi. Ecco, uno schizzo, un istante di felicità.
Quando l’anima manca all’anima, ti siedi, chiudi gli occhi e ne senti il vuoto, vuoto straziante, che brucia lentamente il senso. Senso d’amore, amore impossibile legato al filo di un perché, un perché che brucia lentamente nel senno del poi, di un attesa… che mai avrà fine!