Susan Randall – Stati d’Animo
Sono le parole semplici che donano l’infinito.
Sono le parole semplici che donano l’infinito.
Passo così tanto tempo con me stesso da subire irrimediabilmente la mia influenza.
“Ti voglio bene” non significa “non ti voglio male”.
Io e la mia solitudine mi fa da moglie e da amante. Per quanto la vita mi abbia sospinto ai sui margini. Non ho ancora capito, la mia assoluta solitudine, la stimo, ma non ho ancora capito, però in primavera io torno a dipingere.
Ogni giorno è una pagina nuova, comunque vada non sarà una pagina sprecata. Disegnando un fiore con i petali a cuore, avrai un quadrifoglio, i colori daranno vita e amore. Con la mano dipingi, il pennello accarezza i colori, distribuendo sfumature giuste, nel colorare. Il capolavoro della pagina è da ammirare.
Non trattare come priorità chi ti tratta come opzione.
Io sono una che non chiede, perché chiedere ha il carattere dell’elemosinare. Sono una che non riceve nulla gratuitamente e pensa che i no siano degli schiaffi. Io sono una che arrossisce e rivolge lo sguardo a terra, attendendo che un indice flesso sollevi il mento e tolga di dosso la vergogna e la prostrazione. Io sono quella che festeggia la fine delle feste perché ogni festa rammenta sempre e più prepotentemente la mancanza e l’assenza. Io sono una che cade e poi trova un bastone sul quale far leva e ritentare, faticosamente, di rialzarsi. Io sono una che ci crede, ad ogni cosa, ci crede forte e ne fa ragione di vita perché tutto abbia un senso e nulla rimanga sterilmente in superficie. Io sono una che si giudica e si punisce, sono una che arriva ad essere crudele con se stessa, che si ammonisce. Io sono una che vivrà sempre di favole perché se ne è sentita raccontare e se ne è raccontata tante, ma non ci sono principesse che vengono salvate dai loro principi, ma draghi e orchi da uccidere prima di farsi massacrare.