Susan Randall – Vita
La vita è rischiare in tutto e per tutto, non esiste peggior nemico che il dubbio di non aver mai saputo cosa sarebbe successo restando vivo in te un solo se!
La vita è rischiare in tutto e per tutto, non esiste peggior nemico che il dubbio di non aver mai saputo cosa sarebbe successo restando vivo in te un solo se!
Ah, giovinezza, come fu fragile il vento, fra i rami, della tua voce.
Parlare degli altri è forse l’unico modo che abbiamo per parlare liberamente e sinceramente di noi stessi.
Il tempo, a volte, sembra che non passi, è come una rondine che fa il nido sulla grondaia, esce ed entra, va e viene, ma sempre sotto i nostri occhi.
Ho affrontato momenti migliori ma anche momenti ben peggiori. Per questo sorrido e vivo con energia e coraggio perché come diceva il nostro Liga: “Il meglio deve ancora venire”!
Il nostro tempo è essenzialmente tragico, quindi ci rifiutiamo di prenderlo tragicamente. Il cataclisma s’è abbattuto, siamo tra le rovine; cominciamo a ricostruire nuovi piccoli centri di vita, a nutrire nuove piccole speranze. È un lavoro piuttosto duro; la strada verso l’avvenire non è agevole: bisogna aggirare gli ostacoli o cercare di scavalcarli. Per quanto grande il numero dei cieli che ci sono crollati sulla testa dobbiamo pur vivere.
Non credevo che la fragilità fosse una colpa, ma allora perché questo senso di “colpa” non mi abbandona mai?
Ah, giovinezza, come fu fragile il vento, fra i rami, della tua voce.
Parlare degli altri è forse l’unico modo che abbiamo per parlare liberamente e sinceramente di noi stessi.
Il tempo, a volte, sembra che non passi, è come una rondine che fa il nido sulla grondaia, esce ed entra, va e viene, ma sempre sotto i nostri occhi.
Ho affrontato momenti migliori ma anche momenti ben peggiori. Per questo sorrido e vivo con energia e coraggio perché come diceva il nostro Liga: “Il meglio deve ancora venire”!
Il nostro tempo è essenzialmente tragico, quindi ci rifiutiamo di prenderlo tragicamente. Il cataclisma s’è abbattuto, siamo tra le rovine; cominciamo a ricostruire nuovi piccoli centri di vita, a nutrire nuove piccole speranze. È un lavoro piuttosto duro; la strada verso l’avvenire non è agevole: bisogna aggirare gli ostacoli o cercare di scavalcarli. Per quanto grande il numero dei cieli che ci sono crollati sulla testa dobbiamo pur vivere.
Non credevo che la fragilità fosse una colpa, ma allora perché questo senso di “colpa” non mi abbandona mai?
Ah, giovinezza, come fu fragile il vento, fra i rami, della tua voce.
Parlare degli altri è forse l’unico modo che abbiamo per parlare liberamente e sinceramente di noi stessi.
Il tempo, a volte, sembra che non passi, è come una rondine che fa il nido sulla grondaia, esce ed entra, va e viene, ma sempre sotto i nostri occhi.
Ho affrontato momenti migliori ma anche momenti ben peggiori. Per questo sorrido e vivo con energia e coraggio perché come diceva il nostro Liga: “Il meglio deve ancora venire”!
Il nostro tempo è essenzialmente tragico, quindi ci rifiutiamo di prenderlo tragicamente. Il cataclisma s’è abbattuto, siamo tra le rovine; cominciamo a ricostruire nuovi piccoli centri di vita, a nutrire nuove piccole speranze. È un lavoro piuttosto duro; la strada verso l’avvenire non è agevole: bisogna aggirare gli ostacoli o cercare di scavalcarli. Per quanto grande il numero dei cieli che ci sono crollati sulla testa dobbiamo pur vivere.
Non credevo che la fragilità fosse una colpa, ma allora perché questo senso di “colpa” non mi abbandona mai?