Alessandro Manzoni – Vita
La vita non deve essere una festa per alcuni e un peso per altri, ma dev’essere un impegno per tutti.
La vita non deve essere una festa per alcuni e un peso per altri, ma dev’essere un impegno per tutti.
L’uomo, fin che sta in questo mondo, è un infermo che si trova su un letto scomodo più o meno, e vede intorno a sé altri letti, ben rifatti al di fuori, piani, a livello: e si figura che ci si deve star benone. Ma se gli riesce di cambiare, appena stà accomodato nel nuovo, comincia, pigiando, a sentire, qui una lisca che lo punge, lì un bernoccolo che lo preme: siamo insomma, a un di presso, alla storia di prima.
É men male l’agitarsi nel dubbio, che il riposar nell’errore.
Sulla Terra non resta che far torto o patirlo. Una feroce forza il mondo possiede.
Come il fiore già rigoglioso sullo stelo cade insieme col fiorellino ancora in boccio, al passar della falce che pareggia tutte l’erbe del prato.
Godo di quell’allegria che non rende gli amici vergognosi l’uno dell’altro, l’indomani.
La disgrazia è una visita del Signore; è un dono, una ricchezza, quasi un privilegio.
La ragione e il torto non si dividono mai con un taglio così netto che ogni parte abbia soltanto dell’uno e del l’altra.
Que’ prudenti che s’adombrano delle virtù come de’ vizi, predicano sempre che la perfezione sta nel mezzo; e il mezzo lo fissan giusto in quel punto dov’essi sono arrivati, e ci stanno comodi.
Il linguaggio è stato lavorato dagli uomini per intendersi tra loro, non per ingannarsi a vicenda.
E s’inoltrava in quell’età così critica, nella quale par che entri nell’animo quasi una potenza misteriosa, che solleva, adorna, rinvigorisce tutte l’inclinazioni, tutte l’idee, e qualche volta le trasforma, o le rivolge a un corso impreveduto.
Quanto è triste il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana.
Gli occhi non davan lacrime, ma portavan segno d’averne sparse tante.
Il vero male non è quello che si soffre, ma quello che si fa.
Regala un sorrisoquando tu hai voglia di piangere.
Il raziocinio è un lume che uno può accendere quando vuole obbligar gli altri a vedere, e può soffiarci sopra, quando non vuol più veder lui.
Non rivangare quello che non può servire ad altro che a inquietarti inutilmente.