Alexandre Cuissardes – Libri
C’è sempre un sapiente di turno pronto a riscrivere la storia prima ancora che questa venga scritta.
C’è sempre un sapiente di turno pronto a riscrivere la storia prima ancora che questa venga scritta.
Scrivo ad occhi chiusi perché sia la mente a vedere e dettare ciò che devo raccontare.
Chi ha fame di sapere divora libri.
Chi non si è mai “ammazzato troppo” di lavoro è molto meno stanco di chi invece ha sempre lavorato ed ha quindi molta più forza per poter urlare e rivendicare i diritti dei lavoratori veri, diritti che ha fatto anche suoi, pur non avendone titolo.
Quanti posti di lavoro verrebbero recuperati mandando a casa chi ha un lavoro sicuro ma ha poca voglia di lavorare?
Non ci possono essere ne progresso ne giustiziain un paese dove persone brave e senza lavorosi umiliano ogni giornoe vagabondi col posto garantitourlano per ottenere ancora di più.
Come si sente un avvocato che la sera torna a casa e sa di aver fatto vincere una causa dove il suo cliente aveva colpa, che paese e che futuro consegna ai suoi figli, alle persone care, quell’avvocato?
I morti (non) per crisi,una scelta così estrema va rispettatanon giudicata.Troppo facile per chi rimane in piedifar da maestro a chi giace o pende appeso.A loro un solo errore possiamo addebitare,l’essersi ammazzatiinvece che ammazzare.
Chi col suo lavoro nuoce è sempre da condannare.
Il problema non è far passare il decreto svuota provincie, il problema sarà mettere in atto lo svuota uffici.
Se un lavoro che ritenevi difficile da eseguire si rivela facile vuol dire che hai avuto fortuna. Se se un lavoro che ritenevi facile si rivela difficile vuol dire che non sei capace di farlo.
Per qualcuno il “dolce far niente” è in realtà un far niente molto amaro.
I cittadini ed i politici hanno poche cose in comune, una è la parola “senza”. Molti cittadini sono senza soldi senza lavoro senza speranza. I politici sono invece senza dignità e senza ritegno.
La troppa solidarietà fra appartenenti alla stessa categoria diventa spesso complicità fra colpevoli.
C’è chi la sera torna a casa stanco dopo essersi ammazzato di lavoro e chi la sera invece non torna a casa perché si è ammazzato per il lavoro.
Meglio avere una non carriera specchiata che una carriera ruffiana.
Chi ha voglia di vivere ha “la febbre del sabato sera”. Chi non ha voglia di lavorare ha la febbre del lunedì mattina.