Angelo Cora – Medicina e salute
L’incosciente dottore, che nel corso del suo lavoro è incapace di lasciare anche un finto sorriso, o una diversa parla, a colui che innanzi si pone avvolto dalla crudezza del duolo, dovrebbe cambiare lavoro .
L’incosciente dottore, che nel corso del suo lavoro è incapace di lasciare anche un finto sorriso, o una diversa parla, a colui che innanzi si pone avvolto dalla crudezza del duolo, dovrebbe cambiare lavoro .
Come, un film la pioggia, lo sport, la vita l’amore, la stagione, la luna, il fiore, anche il tempo, ha i suoi tempi, che cambiano sempre qualcosa a volte i colori, a volte il sapore a volte i pensieri ma sempre lascia uguale, ciò che nel cuore, più pesa.
L’unica sembianza di perfetto imperfetto al mondo più richiesto, che si vende e si lascia comprare, a seconda del prezzo anche se deve, cambiare se stesso, è l’uomo.
Non riesco a gestire il concetto. Che sia poi una pala eolica, di nuova visione a turbare l’aspetto a recare difetto a qualsivoglia oggetto in questione Quando, il passato ci mostra chiara ogni perduta occasione, di sfiorare un futuro migliore.
Sarà anche dei venti, il mutare sarà del tempo, il passare, sarà anche quel cielo discosto che ha ripudiato, il colore del mare, mi è difficile comunque udire chiamare figlio un cane, quando c’è un bimbo che piange perché gli manca il padre.
La felicità è ciò che ti resta negl’occhi, quando non hai più niente nel cuore.
Felicità, è vedere splendere il sole sulle colline del cuore in un giorno che il cielo si piove.
Chi non sa calcolare, il proprio peso, misura e spessore nel rapportarsi col l’altro, in affari amicizia o amore insegue un’illusione, fatta di spine e di rose che poi lo lascia da solo.
Non è l’arroganza che il contorno colora espressa in azioni o parole che rende l’uomo speciale Sia egli, scienziato, infermiere o ufficiale ma lo spessore del batter del cuore nel’istante che lo rende capace di alleviar l’altrui duolo Che lo avvolge di plausi e allori innalzandolo a vero signore.
L’altrui m’osserva stupito Come smarrito esemplare. Io li vedo, troppo attaccati al sempre costante abituale.
Colui che ignora delle proprie radici i tralci, le foglie i fiori, quando il vento li coglie, creando scompiglio e dolore perché dalla moglie impedito ha se stesso smarrito da ciò che insegna la vita.
Spesso, rendere nude e visibili, verità nel tempo nascoste, è vento per l’ignoranza che gonfia ardita le vele, in qualsivoglia pensiero, anche quello più scuro, più nero che non si vorrebbe sentire, offrendo alla saggezza, motivo per inveire perché vuol tutto, tacere.
Meglio fare, e nel pianto pentire che non fare, e nel rimpianto morire.
Colui che da solo, s’e posto o spinto da venti amici a sedere su quella poltrona che impone a chi annega nel duolo il quotidiano cammino, pure se ancora ragiona con chi s’è nel tempo smarrito ha il suo lavoro confuso, errato perché non ha mai capito che non si confonde un calzare, con il migliore vestito.
La vera eleganza che veste l’uomo, è il saper restare indifferente di fronte a gente che vale poco, o niente.
È facile contare, le pulci agli altri, anche nei luoghi, distanti dagli occhi ignorando la quantità dei propri, evidenti pidocchi.
È quando hai vissuto abbastanza per soddisfare il presente i sensi, il corpo e la mente restando del tutto cosciente, che nel tempo, ch’ancora t’avanza non servi più a niente e devi in fretta morire per fare contenti i parenti.