Antonio Belsito – Vita
Prova – un istante – a chiudere gli occhi. Cosa vedi? Non solo il buio, scorgi anche una strana luce o delle luci, vero? Ecco! Oltre il nero degli occhi chiusi c’è un orizzonte luminoso che pulsa.
Prova – un istante – a chiudere gli occhi. Cosa vedi? Non solo il buio, scorgi anche una strana luce o delle luci, vero? Ecco! Oltre il nero degli occhi chiusi c’è un orizzonte luminoso che pulsa.
Il tempo. Beh, il tempo è ciò che di più bello ci rimane.
I passi non mentono, ma dicono; dicono proprio come le parole, quanto le parole, basta solo ascoltarle.
È come se ogni battito fosse un fotogramma, l’istante immortalato, e noi vi siamo dentro come protagonisti o comparse o figuranti. È in quel battito che ritroviamo le nostre paure e il nostro coraggio, la nostra forza e le nostre debolezze, i nostri dubbi e le nostre certezze, la nostra coscienza e la nostra incoscienza, i nostri fatti e i nostri misfatti, la nostra faccia e le altre facce: il battito diviene un fotogramma del film della nostra vita, piccolo ma unico, uno ma essenziale.
La sorprendente semplicità della natura argina ogni terrena controversia: insegna a donare e a donarsi tra processi di fotosintesi clorofilliana, a guardarsi e riconoscersi in distese d’acqua e di cielo, a esser coraggiosi nell’affrontare un fiume in piena, ad aver paura del buio della notte o ad abbracciare la luce del giorno, mentre si distendono i tessuti del cuore e si fluisce tra le emozioni. S’impara ad aver rispetto.
L’ebbrezza più bella è l’orgasmo di esserci.
Sento profumi.Vedo colori.Morbido, un fascio di luce si adagia su una goccia di rugiada e risplende.Sento voci rincorrersi nell’aria soffice di un cielo azzurro…… la vita sembra schiudersi.Che bello l’abbraccio del risveglio.
Mi piace parlare con gli altri perché siamo tutti figli di un’esistenza. Se ci parliamo, forse, ci capiamo. Parole ed emozioni. Accendo la televisione. Leggo anche. Solite notizie: fame, guerra, disoccupazione, bisogno, sfruttamento, violenze, potenti e deboli. S’inverte il senso della vita; più che dignità, è un susseguirsi di soprusi. Non si riconoscono le emozioni. Allora, alzo il capo e sospiro. Ma cosa ci diciamo?
La verità è in ciò che facciamo non in ciò che diciamo.
Clara era dinanzi a me in tutta la sua bellezza e i suoi occhi chiari riflettevano il sole che si immergeva in acqua come noi. Sentivo il suo respiro sul mio naso e i suoi occhi erano sempre più nei miei. Le mie labbra furono accarezzate dal suo amore, mentre la passione ci incastrò in un abbraccio senza tempo.
Poi, arriva la tristezza. Non ti accorgi quando arriva ma la scorgi e non puoi fare altro che attendere perché, comunque, arriva.
Non è facile immaginare la solitudine se non si ha il coraggio di fermarsi un istante per guardare gli occhi bassi della dignità calpestata.
Poi, arriva la tristezza. Non ti “accorgi” quando arriva ma la “scorgi” e non puoi fare altro che attendere perché, comunque, arriva.
Sto ricucendo le mie ore dietro una finestra; il vetro sembra la soglia di una nuova identità. Viaggio. Sfumature di contorni e qualche goccia di una stanca pioggia segnano le fermate dell’ansia. Il mio respiro inizia a correre mentre sfoca ogni immagine oltre il vetro. Inizia il sogno.
Mentre il brivido dell’estate mi accarezza, un volo di gabbiano segna l’entusiasmo del mare come fosse cielo. Timida, la sabbia mi accompagna verso un tuffo mentre affondo nel desiderio del domani come fosse oggi.
Voglio naufragare nella mia anima perché mi piace sentire il cuore quando in uno sguardo ritrovo le mie ore.È il sole.
Quando l’emozione bussa al cuore, che sia positiva o negativa, il cuore accelera.