Antonio Pistarà – Tristezza
A volte il silenzio fa troppo rumore.
A volte il silenzio fa troppo rumore.
La tristezza è una spina nel cuore che va tolta da soli: senza l’aiuto di nessuno. A volte, però, fa davvero male.
Vorrei avere il tempo e l’abilità di poter cambiare “le cose” senza che queste cambino prima me.
Solo quando il buio avrà reso cieco l’uomo egli potrà vedere la luce.
Il mio successo è rinnovato, amplificato e confermato osservando il sorriso dei miei figli disegnare il loro volto incontrando il mio.
Il segreto alla base del successo sta nella perseveranza verso l’obbiettivo che ognuno si è prefissato nella propria vita; “rimane comunque un successo, di cui andare fieri, anche, il solo averci provato.”
Chinare il capo di fronte alla vita è sinonimo di sconfitta; alza la testa, porta il tuo sguardo dove prima non vedevi nulla e ti apparirà il più grande degli stimoli che la vita può regalarti: “La speranza”!
L’amore è l’antitesi della sofferenza.
Guardati sempre dal sorriso della vita: a volte non è quello che si vede, ma solo un ghigno di scherno con il quale ella ti deride.
Aspettami… presto ti verrò a trovare in un posto dove ogni cosa è possibile e dove tutto è concesso senza limiti: nei tuoi sogni… e lì ti farò mia, per sempre.
“L’Italia (oggi) è una Repubblica fondata sulla democrazia e sulla libertà di pensiero”, ergo;”l’Italia (oggi) è una Repubblica fondata sulla burocrazia imperante”, le corporazioni, i massoni, le lobby, le caste: politiche, mediche, mafiose, amministrative, legislative, cattoliche, baronali nella completa sudditanza di un potere che non appartiene a nessuno schieramento politico ma solo al perseguimento del profitto personale. Forgiamoci sulla pelle l’ideologia pilota del grande maestro di pensiero e di rappresentazione artistica del capolavoro dei lavoratori in marcia del Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo, un’opera che fa parte della memoria collettiva italiana e che con la sua celebrità è diventata il manifesto della speranza di un mondo nuovo con cui si chiudeva il XIX secolo.
La politica di oggi, nonché i politicanti, sono il cancro più letale che la società conosca: mafia, logica del profitto a ogni costo, disumanizzazione dell’umano, coercizione d’intento nel modificare fatti, cose, “opere e parole” (vedi la chiesa con le sue più alte istituzioni, lobby, massoni; sono solo alcuni elementi che contraddistinguono la nostra classe politica). Destra, sinistra, est, ovest.I quattro punti “cardinali” direte voi? No, di “cardinali” rimangono solo loro poiché non esiste più un orientamento politico che ci permetta una distinzione oggettiva e concreta priva di interesse meramente speculativo sulle “carni del più debole”, noi…! l’uomo comune! (Con il loro potere al servizio del profitto e dell’arricchimento materiale anziché spirituale… anche loro un “mezzo”! … ma qual è allora il fine!?Beh, il fine forse non esiste perché insito nell’evoluzione dell’uomo ed essendo inciso e forgiato con la nostra esistenza e con la nostra permanenza sulla terra è stato, è e continuerà ad essere uno solo; il profitto.La politica non esiste poiché è ammalata di un cancro genetico senza cura: l’uomo e la sua inettitudine di fronte al potere; cosi è, è stato e così sarà, a meno che?
Un disastro annunciato e non ascoltato rappresenta uno tra i crimini più efferati e meschini che un’istituzione possa compiere nei confronti del suo popolo. La vergogna e l’assenza di moralità e scrupolo a scapito del profitto personale e del potere completano il profilo del perfetto omicida.
La rivoluzione nasce dallo sconvolgimento costante delle azioni incomprese.
“Solo chi ha un” Grillo “per la testa può avere le idee nuove per cambiare l’Italia”!
L’unica speranza per l’uomo di andare avanti guardando al futuro è quella di “smettere di sperare per iniziare a credere”.
La dolcezza di un essere umano non sempre deriva da “dolcificanti naturali”.