Arthur Schopenhauer – Desiderio
Il possesso disperde l’attrazione.
Il possesso disperde l’attrazione.
Ogni volere scaturisce da bisogno, ossia da mancanza, ossia da sofferenza. A questa da fine l’appagamento; tuttavia per un desiderio che venga appagato, ne rimangono almeno dieci insoddisfatti; inoltre la brama dura a lungo, le esigenze vanno all’infinito; l’appagamento è breve e misurato con mano avara.Anzi, la stessa soddisfazione finale è solo apparente: il desiderio appagato dà tosto luogo a un desiderio nuovo: quello è un errore riconosciuto, questo è un errore non conosciuto ancora. Nessun oggetto del volere, una volta conseguito, può dare appagamento durevole… bensì rassomiglia soltanto all’elemosina, la quale gettata al mendico prolunga oggi la sua vita per continuare domani il suo tormento.
La gloria la si deve acquistare, l’onore invece basta non perderlo.
Immaginiamo che qualcuno, per esperienza propria o perché glielo fanno notare gli altri, riconosca un grave difetto del proprio carattere e se ne rammarichi, proponendosi con fermezza e sincerità di migliorarsi e di liberarsene: ciò nonostante, alla prima occasione, quel difetto avrà di nuovo libero corso. Nuovo pentimento, nuovo proposito, nuova ricaduta.
La pietà per ogni essere vivente è la prima valida garanzia per il buon comportamento dell’uomo.
La cortesia è per la natura umana quello che è il calore per la cera.
L’uomo è l’unico animale che provoca sofferenza agli altri senza altro scopo che la sofferenza come tale.
La malinconia attira, il tedio respinge.
È certo che un uomo può fare ciò che vuole, ma non può volere ciò che vuole.
La vera eloquenza consiste nel dire il necessario e soltanto il necessario.
Più ristretto è il nostro campo di azione, di visuale e di relazioni, e più siamo felici.
Più si invecchia, meno quel che si vede, si fa e si vive lascia traccia nello spirito: non fa più alcuna impressione, siamo ormai insensibili.
Se noi potessimo mai non essere, già adesso non saremmo.
Gli uomini completamente privi di genio sono incapaci di sopportare la solitudine.
È la cattiveria il collante che tiene insieme gli uomini. Chi non ne ha abbastanza si distacca.
Si sappia che le menti scadenti sono la regola, le buone l’eccezione, le eminenti rarissime e il genio un miracolo.
Non posso certo sottrarmi in alcun modo ai difetti e alle debolezze inerenti per necessità alla mia natura come a ciascun’altra: ma non li accrescerò con indegni compromessi.