Basilio Antoci – Libri
La calma dei libri è una delle poche certezze.
La calma dei libri è una delle poche certezze.
Sulla carta sono garantiti i più sacri diritti mai concepiti. Di fatto, l’eccessivo garantismo pare garantire nient’altro che l’impunità di un sistema malfunzionante e corrotto.
Che tristezza che la popolarità spetti soltanto agli stupidi. Quanta gente si rende ridicola in cam, nella speranza di diventare famosa: di essere un fenomeno virale. Per questa via si finisce direttamente in quella inettitudine dal cui baratro i Vati Poeti del passato ci hanno già messo in guardia con la loro opera.
Il guaio delle ideologie è l’autoreferenzialità. Esse obbediscono soltanto ai propri idoli, senza curarsi della realtà. Non si accorgono di essere il primo nemico di sé stesse.
Parlare di “matrimonio gay” in riferimento al Diritto Naturale suona come una forzatura, quasi bigotta, poiché motivata semplicemente da una tradizione linguistica – e sociale – che non è in questo caso sorretta dalla conoscenza dei presupposti del “matrimonio”. Ciò non significa che sia (o che debba essere) vietata l’unione omosessuale, ma che la definizione “matrimonio” le calzi stretta.
La civiltà giuridica vorrebbe tendere alla giustizia perfetta, ma in questa ricerca dell’eterea perfezione molte ingiustizie restano impunite.
Più che riforme legislative d’urgenza e mutamenti di rito, de iure condendo, servirebbe un rinnovamento di valori e di principi sociali e giuridici: sarebbe questo un autentico processo di riforma dell’azione Amministrativa. In questo modo lo Stato, da fondale minaccioso, assurgerebbe finalmente a sostrato fertile, colmo di humus giuridico, su cui far prosperare i propri consociati, in ossequio a quel Contratto Sociale senza il quale non ci sarebbe Diritto alcuno e che, troppo spesso, viene magramente onorato.
Il positivismo non vede oltre il presente, mentre il naturalismo si dedica all’eterno.
Esiste il concreto pericolo che sia tutto un semplice miscuglio di materia. Chimica e fortuna. Un caos più o meno ordinato. Un caos che, forse, risponde solo a sé stesso. Così inteso, il “caos”, rimanda ancora una volta al metafisico. Si tratta, forse, di un altro modo per non ammettere che la realtà materiale ci spaventa poiché non siamo in grado di capirla?
Bisognerebbe ricordare l’umiltà e, nel tempo che resta, preoccuparsi della sostanza delle cose.
Giocare con il cibo è il vizio di chi è sazio.
I pensieri di una donna hanno sempre più senso dei vaneggiamenti di molti uomini.
L’amicizia tra un uomo e una donna non può mai esistere quando, almeno uno tra i due, è interessato all’amore.
Chi ha paura della semplicità si nasconde nella retorica, nei luoghi lontani, in un concerto o in qualunque altra situazione algida ma che, essendo fuori dal comune, regali approvazione sociale. Illusione di apparire unici.
Che tristezza che la popolarità spetti soltanto agli stupidi. Quanta gente si rende ridicola in cam, nella speranza di diventare famosa: di essere un fenomeno virale. Per questa via si finisce direttamente in quella inettitudine dal cui baratro i Vati Poeti del passato ci hanno già messo in guardia con la loro opera.
Per apparire piacevole e alla moda ho smesso di pensare e ho perso le parole. Ho dimenticato l’eloquenza e mi ritrovo un vuoto che solo lo studio, l’umiltà e la cultura potranno colmare.
C’è differenza tra età e maturità. L’una non garantisce l’altra. La maturità fa grande il giovane uomo. Non c’è età per esser saggi. Di contro, non esiste neppure età per esser stupidi.