Carmelo Bene – Uomini & Donne
Poveri Zombie!
Poveri Zombie!
Nelle aristocrazie il principe non si fa eleggere, è lui che elegge il suo popolo. In democrazia il popolo è bastonato su mandato del popolo. È la pratica certosina dell’autoinganno. Si dice che il trenta per cento sia astensionismo. Nego, tutto è astensionismo. Sono comunque voti sprecati.
Quando parlo del non capire. Il non capire non è una prerogativa degli scemi, non è il privilegio degli idioti il non capire.È l’abbandono. Essere nell’abbandono non significa essere deficienti, significa non essere, smarrire. Non essere più in casa.Maledette le case, le famiglie, le mogli, i padri, i figli, lo stato, l’anima, Tutto quanto. Vogliamo farla finita con questa fine!?Facciamola finita con questa fine, perché la fine e il principio son la medesima cosa. Siamo sempre nell’origine, siamo sempre nel senso di colpa… siamo sempre nella parola, non ne usciremmo mai più. Questa non è prosa,non è nemmeno grazie a Dio quella merda detta poesia. Bisogna fare di se dei capolavori. Io ho trovato da molti anni da molti millenni dentro di me il deserto.E quindi sono in un deserto che parla a un altro deserto e non più, al deserto dell’altro.
Ma perché bisogna istruirsi, su che cosa?E poi chi deve istruirmi lo stato? E chi è lo stato?
Il talento fa quello che vuole, il genio fa quello che può. Del genio ho sempre avuto la mancanza di talento.
Non c’è bisogno di consegnare un cadavere in pubblico per meritare la dimenticanza.
Non esiste divorzio senza un matrimonio.
Io che sto parlando è per questo che non sono io.
Su questa terra ognuno di noi è un deserto senza limiti e perciò non cerchi fratellanze.
La coscienza è la scoperta che noi non siamo, siamo un divenire ma non siamo un essere.
Si può solo dire nulla: destinazione e destino di ogni discorso.Ma solo questo nulla è proprio quel che si dice.La verità del discorso intesa come esperienza stessadel suo errore. Altro non resta che, in tutto abbandonolasciarsi comprendere dal discorsosenza la nostra volontà di intenzione.”Codesto solo oggi possiamo dirti:ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”.E Nietzsche mutuato non distinguo da Montale.
Siamo, quel che ci manca. Da per sempre.
Per capire un poeta, un artistaa meno che questo non sia soltanto un attoreci vuole un altro poeta e ci vuole un altro artista.
Il corpo implora il ritorno all’inorganico. Nel frattempo non si nega nulla.
Non c’è un senso per arrivare a un senso.
Liberiamoci da questa libertà. Nulla è più confinante quanto la libertà. Non essere, semplicemente.
Ho sempre definito il carattere, una seggiola per attori paralitici.